giovedì 29 dicembre 2011

S'è svejato!

Salve a tutti.
In effetti non sono stato ispirato, nell'ultimo periodo. E per scrivere qualunque cosa, anche un blog letto da 4 cristiani in croce come questo, bisogna essere ispirati.
Il Selvaggio sta bene, le Sorelline anche, la Madre pure e stanno bene tutti i protagonisti, volontari o meno.
Negli ultimi mesi al Selvaggio sono successe un po' di cose, ve ne dico qualcuna in ordine sparso:
1) Flu lo ha lasciato. Ebbene sì, è successo anche questo. Lo ha lasciato per un ragazzo più grande, che fa la prima elementare. Mi ha chiesto:
"Papà, puoi andarci a parlare tu con quello?"
"Io?"
"Sì papà, però fallo sembrare un incidente, ok?"
Scherzo. Ha interiorizzato, elaborato e risolto. E soprattuto mi ha detto che vuole risolvere i SUOI problemi con le SUE mani.
2) Ha imparato a dire un sacco di parolacce. Una sera ho fatto il clamoroso errore di fargli vedere questo video. E' un mese e mezzo che va a dire in giro che la ciccia baffetta di qua, la ciccia baffuta di là ecc.
3) Ha ricevuto un sacco di regali per Natale, che ovviamente hanno costretto la Madre a prendere provvedimenti drastici e a disfarsi di una caterva di giocattoli vecchi (non li voleva dare via perché "non si sa mai, magari ne viene un altro". Io intendo questa decisione come una specie di resa. Faccio male?).  Quindi abbiamo deciso di regalarli ai bambini più bisognosi, e quando glielo ho detto lui ha risposto:
"A chi?"
"Ai bambini che non hanno hanno potuto comprarli nuovi, Selvaggio"
"Hanno trovato i negozi chiusi?"
"No, è che non se li possono permettere"
"Ho capito, sono poveri!?!"
"Bravo, sono poveri"
"Umpf. Non mi interessano i poveri"
Se sapesse quanto è vicino alla condizione di cui sopra....
Ora ha promesso che dal 2012 cambierà atteggiamento, sarà più buono e rispettoso e non farà più arrabbiare mamma, papà, i nonni, la principessa, le maestre, gli amici, i negozianti del quartiere, la portiera.....

P.S. Ha finito adesso (21.41) di ballare "Il più grande spettacolo dopo il big bang", poi è venuto da me e mi ha detto:
"Papà, il pubblico era in delirio. Ora vado a dormire"

mercoledì 26 ottobre 2011

La fattoria degli animali

La mia giornata (che, vi assicuro, è stata lunga, molto più lunga del solito) si sta concludendo in questo modo: io seduto con a disposizione una parte della scrivania e dell'iMac.
"Come", direte voi, "Perché solo una parte?"
"Eh", rispondo io, "perché dall'altra parte c'è il Selvaggio che si è appropriato anche di metà del computer per vedere in maniera ripetuta, assordante e ossessiva questo sito, che è per lui quello che youporn è per un sex addicted. Anche Le tagliatelle di nonna Pina, il Katalicammello e tutta una serie di altre melodie, in realtà, lo tengono incollato al video con occhi ebeti e sorriso bavoso.
Poco fa eravamo sdraiati sul lettone e stavamo giocando. Il piccolo aveva in mano un gatto, un rinoceronte e un tacchino. Finti, ovviamente...vi immaginate la Madre con un rinoceronte nel letto?
Lo acchiappava per il corno e lo sbatteva al muro come una palletta.
Insomma, il Selvaggio ed io giocavamo con i pupazzetti quando a un certo punto mi fa una domanda:
"Papà, sai come si chiama questo gatto?"
"No, amore. Come si chiama?"
"Renato"
"Ah, e perché Renato?"
"Perché è il gatto incazzato!"
....
"Selvaggio, io pretendo di sapere chi ti insegna queste parole!"
"Ma perché ti arrabbi? Fanno parte della vita"
A quel punto io ero in terra a piangere come un vitello.
Continuiamo a giocare.
"Papà, sai come si chiama questo rinoceronte?"
"Mmmhh.... no amore, come si chiama?"
"Ambrogio"
Prima di pensare che non avrei MAI dovuto chiedergli perché, lui fa:
"Il rinoceronte froGio!"

martedì 25 ottobre 2011

L'uomo che parlava alle carote

Oggi è un giorno di riflessione.
Andando a prendere il Selvaggio a scuola, mi trovo come al solito unico (!) uomo in mezzo a una foresta di femmine vocianti. Alcune di loro leggono questo blog....Ciao ciao!!!
Venerdì il Selvaggio e alcuni suoi compagnucci della scuoletta hanno una specie di lezione di inglese. Alzi la mano chi può spiegarmi a cosa serve una lezione di inglese a sette bambini tra i 4 e i 5 anni.
Tutti insieme. Nessuno di loro, ovviamente, parla una parola di quella lingua infame.
Pensate a come potrà uscire quella poveretta dell'insegnante. Le ci vorrà un ricovero.
Comunque sta di fatto che la Madre, che tutto può e nulla nasconde, nella sua magnanimità, lungimiranza e lucentezza ha stabilito che, venerdì, i bambini dovranno venire tutti a casa nostra.
Insieme all'insegnante, ovvio.
Per questo, voi direte, la Madre sarà lì con te ad aspettare bambini e maestra, distribuire merende, fare un po' di animazione, salutare le mamme ecc.ecc....
E invece no!
La Madre, nella sua infinita umanità e comprensione tornerà intorno alle 18, quando il can-can sarà finito. E anche il sottoscritto sarà finito, chiaramente. Ma non fa niente. Io sono un uomo dotato in abbondanza di Pìetas, e quindi nulla mi smuove o mi spaventa. Quando però mi prenderà un infarto o un ictus il senso di colpa dovrà fare un sol boccone di chi dico io.
Ma questo non è importante. E' importante che i bimbi stiano bene, che le mamme siano tranquille e contente e che l'insegnante, certo, torni la prossima settimana.
Comunque, tornando alla seconda riga di questo post, tutte le belle signore che stavano di fronte alla scuola aspettando i figli (in realtà un paio, non di più), si dicevano sorprese di questa mia predisposizione al martirio (ho già detto che alcune di loro leggono questo blog?....Ciao ciao!!!).
Ma non sanno che è una missione, lo slancio verso un'opera più grande, non sanno che alla fine quando sarò vecchio, malandato e solo e il Selvaggio sarà un uomo, avrà una sua famiglia, degli affetti e tempo per accudire l'anziano padre, potrò appoggiarmi a lui e dire, mostrando il petto al destino:
"QUANTO SO' STATO COJONE!"
Preso il Selvaggio, mi racconta un po' com'è andata a scuola.
"Papà, sai che oggi ho guardato la classe?"
"Ah sì? E che significa?"
"Che dicevo a tutti di stare zitti e chi non stava zitto lo dicevo alla maestra Emmeti"
"Ah, quindi ti insegnano a fare la spia?"
"La che?"
"La spia!"
"Non lo so, io faccio solo quello che mi dicono"
Gesù, Eichmann non diceva così anche lui?
Arriviamo a casa, lui prende il suo peluche di Spongebob e comincia a tirarlo in aria fina quando per poco non rompe un vaso che immagino sia costato a chi ce lo ha regalato diverse centinaia di euro.
"Selvaggio, smettila o le prendi!"
"Ma non sono io, è Spongebob"
"La devi piantare. Spongebob non è un essere animato"
"No, infatti è un CARTONE animato"
Benissimo. A un certo punto chiama la Madre, tutta trafelata (ve l'ho già detto che lavora solo lei? perché se non ve l'ho detto sappiate che è così. Quindi se la vedete non chiedetele 'Com'è andata al lavoro oggi?', ma bensì 'Ma perché l'azienda paga anche gli altri 4000 cazzoni che stanno lì?').
"Lo voglio assolutamente portare al cinema"
Come se stesse facendo un dispetto a ME!
"Va bene, amore, che dici di portarlo a vedere Arrietty?"
"Ok, dove lo fanno?"
"Vicino casa"
"Perfetto. Allora dammi solo un'oretta per salvare il mondo e sono lì"
Mi rivolgo al diretto interessato, che in quel momento stava mangiando una carota, e gli chiedo:
"Selvaggio, vuoi andare al cinema con mamma?"
"No! Al cinema ci vado solo con te!
"E come mai questo slancio d'amore?"
"Ma che amore. Me lo ha detto la mia amica carota. E io ascolto sempre quello che dice la mia amica carota"
Ma d'altronde, posso incolpare qualcun altro oltre me stesso?

lunedì 24 ottobre 2011

Allo stadio. Meraviglie di una domenica d'ottobre.

Innanzitutto vorrei scusarmi per l'assenza. Ma qui non è che stiamo lucidando i Pokemon, quindi scuse sì ma senza esagerare.
A questo punto, vorrei raccontarvi e rivivere insieme a voi la fantastica giornata del 23 ottobre 2011. Cioè ieri.
Una delle Sorelline, la numero 2, ha dato una festicciola in uno dei 2 bowling di Roma.
Grande idea, eh? L'80% degli astanti non invitati era della stessa nazionalità della Principessa. Niente da dire, sia chiaro, però certo che qualche parola in italiano, ogni tanto, avrebbe fatto anche piacere sentirla.
Mentre le Sorelline si divertivano con giochi elettronici e flipper vari, il Selvaggio si appassionava al gioco per il quale quel posto esiste. Che poi qualcuno mi sa spiegare per quale motivo uno/a decide di fare una festa in un bowling SENZA FAR GIOCARE I BAMBINI A BOWLING????
Misteri della vita e delle madri di bambini piccoli. E in fondo chi sono io per questionare? Non rispondete, non ce n'è assolutamente bisogno, la mia autostima è già sottozero.
Dopo qualche minuto in condizioni di assoluta apnea (chiudete gli occhi e pensate: soffitto alto circa 2 metri, rumori tipo DLIN-DLIN dei giochini elettronici, gli SWAMP E TOC-TOC-TOC delle palle e dei birilli, le urla di circa 20 bambini indemoniati, il Selvaggio al quale è stata messa in mano non so da chi una palle dal peso di circa 15 libbre e che ho ritrovato in preda a una crisi di onnipotenza -ce la faccio, ce la faccio, ce la faccio...-), a me e al mio amico Vito (un altro personaggio, del quale vi parlerò) viene in mente un'idea che al confronto la penicillina è stata una scoperta da scuola media: portare tutti e tre i bambini allo Stadio Olimpico in Roma per la partita del campionato di calcio di Serie A Roma-Palermo!!! Per la prima volta in vita loro.
Venuta l'idea, fatto il danno.
Monta in macchina, arriva dalla Madre per prendere il documento del Selvaggio, fila vicino allo stadio a prendere 4 biglietti di Tribuna Tevere (se mi puntavano una pistola addosso e mi dicevano "o la borsa o la vita" era esattamente la stessa cosa, anzi meglio: generalmente non tengo nel portafogli tutti i contanti che mi sono serviti per comprare i biglietti), torna sul luogo della festa. e comunica ai bambini il nuovo programma.
Reazioni tipiche.
Sorellina 1 (arricciando il naso): "Ma allo stadio non c'è troppa gente?"
Sorellina 2: "Sììììììì, Forza Romaaaaaaaaaaaaaaa...."
Il Selvaggio: "Lazio merda alè alè...."
Verso le 13.30 io, Sorellina 1, Sorellina 2, il Selvaggio e Vito ci avviamo con la macchina di quest'ultimo verso lo stadio. Trovato parcheggio, si passa alla fase prandiale. Che si mangia?
"Hot dog senza maionese ma con il ketchup!"
"Hot dog senza ketchup ma con la senape!"
"Hot dog senza senape ma con la salsa rosa"
"Ben cotto, eh..."
"Non mi date quello tutto rosa, mi fa schifo e mi ricorda mio fratello!"
"Una coca!"
"Una fanta!"
"Un caffè!"
"Come un caffè? Hai quattro anni"
"Volevo vedere se ti distraevi"...
Dopo il lauto pasto (dove io ho bevuto la prima birra di un pomeriggio intenso) ci si comincia ad avviare verso lo stadio, che dista circa 1 km. Le Sorelline ricevono in dotazione due sciarpe giallorosse, mentre il Selvaggio ne fa a meno:
"Ti sembro scemo? Con questo caldo mi metto anche la sciarpa?"
In fila per passare il primo varco, il piccolo pensa bene di usare le chiappe di un signore davanti come un punching-ball un paio di volte. Devo però dire che, quando quello si gira e lo fulmina con un'occhiata da horror, il Selvaggio si tacita .
Finalmente dentro lo stadio (siamo rimasti solo io e i tre, Vito è un tifoso serio e va in Curva Sud), il Selvaggio e le Sorelline rimangono piuttosto impressionati dall'imponenza della struttura.
"Papà, ma qui è dove parla il papa?"
La partita comincia, la Roma segna subito e i tre bambini rischiano di essere travolti dal giubilo della folla. Quando il Selvaggio mi chiede "Ma perché urlano tutti, papà?" e Sorellina 1, per la quinta volta, mi domanda perché non gioca Totti io comincio seriamente a riporre tutte le mie speranze su Sorellina 2. Che, in effetti, qualche soddisfazione me la da.
E' attenta, segue lo sviluppo del gioco, fa domande pertinenti tipo: "Papà, ma ha fischiato fuorigioco?"; "Papà, ma che vuol dire che l'arbitro ci ha le corna?"; "Papà, ma perché i cipster qui costano il doppio che nei bar normali?" e cose del genere.
Al termine della gara, dopo altri litri di bibite e chili di sozzerie invereconde, ce ne andiamo verso la macchina, dove Vito ci aspetta con fare impaziente.
Ci riporta alla nostra auto e dopo qualche minuto e dopo aver salutato le Sorelline siamo a casa.
Poco prima di entrare dalla porta il Selvaggio si volta verso di me e fa la domanda della vita:
"Papà...ma oggi....ha vinto la Roma?"
Un manipolo di Ultras preparano incidenti all'esterno dello Stadio Olimpico

lunedì 10 ottobre 2011

Il problema delle poste e degli extracomunitari

Cosa c'è di peggio che comprarsi una macchina che costa quasi come un appartamento?
Scoprire, dopo 40.000 kilometri, che la turbina della suddetta macchina fa parte di una partita di turbine difettose che il marchio (famoso, tedesco e con milioni di fans in tutto il mondo) si è ben guardato dal ritirare dal mercato.
Anzi.
C'è di peggio ancora: scoprire che la tua garanzia, scaduta da pochissimo, ti ha salutato proprio pochi giorni prima. E che quindi sarai costretto a buttare letteralmente nel cesso alcune (tante) centinaia di euro.
Comunque, siccome non è che mi posso suicidare perché la turbina del BMW (oooops, mi è scappato) si è rotta, facciamo finta che io quei soldi non li abbia mai avuti e andiamo avanti.
Stamattina ho fatto un'esperienza straordinaria. Chi non l'ha fatta, secondo me, si è perso qualcosa. Sono andato alle poste per spedire un pacco ad un amico.
Era stracolmo di gente e non capivo perché: non era giorno di pensioni, non distribuivano soldi gratis e le fila per pagare le bollette io francamente non l'ho mai vista nemmeno nei momenti di grande crescita, figuriamoci oggi.
A un certo punto, capisco: IL CENSIMENTO.
Come tutti saprete, il sito dell'Istat che gestisce la compilazione e l'invio del censimento on line ieri  è andato totalmente in tilt. Quindi oggi tuuuuuutti alle poste a cercare di consegnare il prezioso plico brevi manu.
Le scene che ho visto facevano sembrare questo film un capolavoro del neorealismo. Proprio Rossellini, Visconti, De Sica ecc. ecc.
Innanzitutto, dietro il banco c'era evidentemente un tizio che non sapeva nemmeno per sbaglio cosa stava facendo. Grasso, barba sale e pepe, con la zeppola e un problema serio di balbuzie.
Per capire che dovevo prendere un modulo dall'espositore ci ho messo circa 3 minuti.
Vabbè.
Prendo il numero 142. Eravamo al 136, quindi ho pensato: "Meno male, 10 minuti e ce la caviamo". Quarantacinque minuti dopo ero ancora lì e eravamo ancora al 136.
La Madre, che mi accompagnava, nel frattempo era andata:
1) a fare la spesa;
2) dal corniciaio;
3) a vedere una casa;
4) a picchiare la madre di un bambino che aveva fatto male al Selvaggio;
5) a montare un pezzo sulla tisi.
Ogni tanto tornava dentro: "Ancora qui sei?"
Come se fossi io a CREARE la fila.....
La ragazza messicana due persone davanti a me si rende conto di non avere i 60 € che le servivano per pagare, quindi tira fuori il bancomat. L'impiegato strabuzza gli occhi tanto che sembra che gli stiano per schizzare fuori dalle orbite:
"Mi scusi, ma non lo sa che queste operazioni non si pagano con il bancomat?"
"Ma secondo lei si lo sapevo non prendevo el dinero en contanti?"
Quindi la ragazza si precipita al bancomat più vicino, bloccando la fila e rischiando seriamente il linciaggio.
"Scusate, ma non si può accantonare l'operazione e procedere con un'altra?"
"Eh no, ce se blocca tutto er sistema"
"Scommetti che mò er sistema too blocco io?"
"Ma scusi lei chi è?"
"Sò uno che mò scavarca e te fà un culo come un secchio"
E via così.
La ragazza torna e si becca una carrettata di insulti:
"Venite a rubbacce er lavoro, li mortacci vostri, e fate pure tardi"
"Ma tanto lo sapemo che o fate le mignotte o annate a rubbà"
Insomma, un ambientino sereno.
L'anziano prima di me (un grande, un premio Nobel) fa la sua operazione e cosa tira fuori? Il bancomat!
Ci potete credere? E' tutto verissimo.
"Ahò, ma che ce stai a pijà per' culo?"
"Ah rincojonito!"
"Te e quell'artro incefalitico dietro il banco".
In tutto questo non era possibile consegnare il censimento perché "l'applicativo nun ci funziona, siamo spiacenti"....
Piano piano, riesco a spedire il mio pacco, pagare 11,50 € (mortacci loro davvero) e, con la Madre al seguito, salto i sacchetti di sabbia e le barricate e torno verso casa.
Nel pomeriggio, poteva mancare il mini incidente domestico per rendere il pomeriggio veramente cool?
Certo che no. Sono appena salito in moto per andare a farmi prendere un po' a cazzotti in palestra quando mi chiama B, la mamma di Bigodino. Il Selvaggio era a casa loro.
"Senti, il Selvaggio è caduto. Niente di grave, si è fatto solo un graffio ma continua ad urlare che vuole andare a casa".
"Non ti preoccupare, arrivo subito"
Quando arrivo a casa, con la mia borsa della palestra intonsa, trovo il Selvaggio in lacrime sul pianerottolo (B&Michele abitano di fianco a noi).
certifichiamo la sbucciatura sotto il mento, e appena entrati dentro casa, fa:
"La mia pelle, dov'è la mia pelle? Io ci tengo alla mia pelle!"
Palestra? Psicoterapia, piuttosto. E di gruppo.

La ferale ferita

domenica 9 ottobre 2011

Lo schiaffo del soldato

Sull'autobus, un freddo sabato mattina di ottobre.
Il Selvaggio ed io stiamo andando da nonna a pranzo. Causa macchina rotta è d'obbligo usare i mezzi pubblici. Il Selvaggio trova posto dietro una signora di circa sessant'anni. Io mi siedo accanto a lui.
A un certo punto il Selvaggio pensa bene di dare uno scappellotto sulla testa della sfortunata signora che si gira, lo guarda e dice: "Che carino...!". Ma traspare dal suo sguardo l'odio profondo e una incipiente furia omicida.
Io rimprovero aspramente il Selvaggio mentre la signora mi dice "Lasci stare, è così dolce".
Dopo circa 3 minuti, il Selvaggio assesta un altro schiaffone sulla testa della signora. 'sto giro ha fatto proprio rumore. come uno sciafff. La signora si gira di nuovo pronta a reagire, io urlo al Selvaggio di piantarla e lui dice, serafico e puntando il dito verso di me:
"Papà, smettila di fare il bambino piccolo!"

Qui sopra, la testa schiaffeggiata

sabato 8 ottobre 2011

Sabato italiano

"Tu sei cattivissimo, io non ti voglio più vedere. Voglio un altro papà"
"Ah sì?"
"Sì, proprio"
"E sentiamo, come lo vorresti questo nuovo papà?"
"Lo vorrei molto più alto di te, più bello...."
"E poi?"
"E poi...come si chiamano quelli che regalano ai bambini tutto quello che vogliono?"
"Coglioni?"
"Come?"
"No....ehm......ah, forse volevi dire ricco?"
"Ecco, bravo. Voglio un papà ricco che mi regala l'iPad"
"Ma amore, io ti regalo tanto affetto"
"Embè? Quello me la danno anche mamma e tutti i nonni"
Questa scenetta si è svolta al rientro dal parco questa mattina, dopo un paio d'ore passate tra altalene, scivoli, polvere e bambini sfrenati. Lui voleva andare da Bigodino. Io, irremovibile e fermo nei miei propositi:
"No, non ci vai!"
"Ma io ci voglio andareeeeeeeeeeeee"
"Ho detto no!"
Ecc. ecc. fino al ridicolo dialogo finale.
Ma indovinate un po' a cosa abbiamo dedicato questo sabato, io e il Selvaggio?
Provate, spremete un po' il cervello, non è difficile affatto. Anzi.
Esatto, bravi. Siamo andati ad una FESTA!
Il problema qual è (oddio, ce ne fosse solo un di problema sarebbe un successo)?
Che purtroppo l'estate è finita e le feste si fanno al chiuso, in spazi stretti dove i bambini sembrano filetti di sgombro unti e inscatolati e i genitori sono talmente pressati che la fermata della metro di Piazza Bologna alle 8.20 del lunedì mattina è meno affollata.
E c'erano tutti, eh...
F&F con Flu, Nick e Otta, l'ultima della serie ma anche lei appartenente a pieno titolo alla Hitlerjugend;
Michele (sì, l'unico di cui non nascondo il  nome..tiè!) con Bigodino e il Biondo, il fratello più piccolo;
Miccetta;
LippoPi;
e tutta una serie di altri piccoli umani che avevano ancora tutta l'energia residua dell'estate da sfigare sfogare.
Il punto è che io non ci dovevo andare. Siccome la Madre era in redazione (credo che sia l'unica madre che si fa una barra due feste di bambini all'anno) io ho pensato: "Bene bene, mando la Principessa alla festa e io me ne vado in giro a togliere un po' di ragnatele dalla macchina fotografica".
Ahah. A volte mi domando come faccio a essere così ingenuo.
Quando, alle 14, le comunico questa cosa, la Principessa mi guarda e fa:
"E pelché devo andale io? C'è montagna di loba da stilale...umpf...".
Io sono una vittima, questa è la verità.

venerdì 7 ottobre 2011

The Princess (© AnnaDP) - Parte 3

Dunque.
Scusate per l'assenza, ma io avrei anche una vita mia (mia per modo di dire, ma insomma...).
Detto ciò, ricominciamo da dove avevamo interrotto.
Al ritorno da Stromboli La Madre è parecchio incazzata:
"Ma dove l'abbiamo presa questa? E' peggio di tutte le altre. Non ha voglia di fare niente e la paghiamo pure un capitale, ma come si permette ecc ecc...".
Io l'ho sempre detto che i filippini sono anaffettivi ma a me, in generale, nessuno mi ascolta.
Comunque, dopo l'Isola Sperduta nel Mare Blu Dove Non C'è Un Filippino Manco a Pagarlo, ci spostiamo a Ischia, dove La Madre è di casa. E dove, soprattutto, una casa ce l'ha.
Ma l'atteggiamento della Principessa, in realtà, non cambia. Anzi, sì. Finalmente va ala mare.
Ma lo spettacolo che offre è qualcosa di meraviglioso. Innanzitutto è completamente vestita, come se appartenesse a una religione che impone alle donne di scendere in spiaggia vestite (nessuno si senta offeso, ma se esiste è una religione del put).
Segue il Selvaggio con gli occhi, come se avessero il potere di evitare che il bambino affoghi. Della serie "Io ti guardo e la forza del mio sguardo ti prenderà per le braccine e ti tirerà fuori dai flutti impetuosi".
In realtà non è così, e un paio di volte il Selvaggio rischia di rimanerci secco. Credo di non aver mai visto nonna L. così vicina ad uccidere un altro essere umano.
Ma la cosa più esilarante è questa: piano piano che le ore passano la Principessa sposta il suo sgabellino per seguire l'ombra dell'ombrellone.
Quindi è tipo giocare ad Uno-Due-Tre-Stella. Immagino che molti di voi se lo ricorderanno: uno è girato di spalle e dice Uno-Due-Tre-Stella! mentre gli altri avanzano verso di lui. Poi si gira di scatto. Quello che viene pizzicato ancora in movimento prende il suo posto. Bè, la Principessa è impossibile da beccare. Anche se la guardi fissa per un'ora non riuscirai mai a vedere il movimento, eppure alla fine ti accorgi che si è spostata almeno di 45°. E TU NON L'HAI VISTA SPOSTARSI. Dev'essere una magia che imparano da piccoli nelle Filippine. Io una così preferisco non licenziarla, non si sa mai.
Comunque, a Ischia almeno ha compagnia perché c'è Babbà, che sta con nonna L. e nonno G. da tanti anni ed è la persona più buona, simpatica e amorevole che conosco. Soprattutto cucina benissimo.
Quindi ci sono grossi, grossissimi spetegulès ma alla fine anche Babbà mi si innervosisce, perché è proprio più forte di lei: la Principessa tenta di scansare la fatica come un monatto scansava la peste nel duecento; gli sta molto vicino, ma ne è immune.
Tornati a casa da quella prima estate, ci siamo quasi rassegnati. Lei non fa la spesa, lei non va a prendere il Selvaggio a scuola, lei non uscirebbe di casa nemmeno se il palazzo andasse a fuoco. E soprattutto, soprattutto, LEI NON SA CUOCERE LA PASTA. Arrivano in tavola gli spaghetti sempre scotti. Colla, porca pupazza. Un mese fa, circa, gliel'ho fatto notare:
"Principessa, ma gli spaghetti li scoli troppo tardi".
Volete conoscere la risposta?
No, non vi faccio aspettare la prossima puntata. La risposta è stata la seguente:
"Pelché non segui la cottula da solo? Io ho un sacco di cose da fale...."
Avendo capito, alla fine e dopo tre anni, chi comanda dentro casa, io adesso mi sento molto meglio.
Oggi, ad esempio, si parlava (non ho idea del perché) di nudisti. La Madre:
"Sai, Principessa, che una volta Emiliano si è messo nudo in spiaggia (ovviamente non è vero)?"
"Ah sì? E si sono messi tutti a ridere?"

Tecnologia

"Mamma, voglio un regalo!"
"Amore, il prossimo regalo lo avrai per Natale. Vuoi scrivere la letterina a Babbo Natale?"
"Ma mamma, io non so scrivere. Non posso telefonargli?"

lunedì 3 ottobre 2011

The Princess (© AnnaDP) - Parte 2

Scrivo queste righe dopo la prima giornata in palestra. Era dal 10 giugno che, praticamente, non mettevo un piede davanti all'altro.
Quindi ora sto scrivendo con le dita dei piedi. Saprete perdonare, spero, qualche refuso.

Dunque, eravamo arrivati all'ingresso della Principessa nella nostra vita. Correva il mese di febbraio dell'anno 2008. Voglio indugiare in una breve descrizione fisica, direi quasi lombrosiana.
La fronte è bassina, con occhietti vispi e scuri piuttosto vicini tra loro.
Il naso sembra quello di Nino Benvenuti dopo questo incontro.
L'altezza è relativa, se per relativo intendiamo qualsiasi cosa al di sotto del metro e sessanta.
Spesso dice a me che sono grasso, ma le mie magliette le vanno bene.
Questo solo per descrivere, sommariamente e senza voler approfondire, l'aspetto della nostra coinquilina.

Ci fu raccomandata non ricordo da chi. La Madre, come prima cosa, le chiese le referenze. La Principessa, mi pare, disse che la signora era molta.
"Come molta? In che senso?"
"Molta, molta, ela vecchia"
"Ahhhhh....morta!"
"Eh. E io che ho detto?"
Quindi niente referenze, è evidente.
Subito il Selvaggio prova una strana attrazione e la Principessa, infida e furbissima, fa di tutto per cercare di accalappiarsi l'affetto del bambino. Ma noi (la Madre in particolar modo) notiamo subito che c'è qualcosa che sfugge allo sguardo e al ragionamento che non possiamo mettere a fuoco. Avete presente quei particolari che sono lì, davanti a voi, ma che non riuscite a cogliere? La sensazione di avere una parola sulla punta della lingua e non poterla dire. Insomma, una cosa del genere. Fino a quando, dopo qualche mese, ecco... era lì davanti agli occhi e non riuscivamo a dargli un nome. Ma alla fine ce l'abbiamo, il nome.
Ed è che non ci ha proprio voglia di fare un cazzo.
La prima esperienza che siamo costretti a fare insieme a lei è una breve vacanza a Stromboli. Come molti sapranno, a Stromboli non ci sono macchine e l'isola è tutta una salita (o una discesa, dipende).
La scena era la seguente: la Madre ed io che scendevamo con il Selvaggio sul passeggino, le stuoie (o asciugamani), la borsa frigo, il cibo per il bambino, i costumi di ricambio, un borsone con tutte le creme del mondo, ci facevamo circa un kilonetro sotto il solee, attraversavamo circa duecento metri di spiaggia infuocata per raggiungere l'ombrellone..... e la domanda che sento che vi sta salendo alle labbra è....."E la Principessa?"
A casa, ovviamente. "Pel me è velamente tloppa fatica fale su e giù, su e giù con questo caldo. Io sono vecchia, ho quasi cinquant'anni, eheheheheh...."
Altrettanto ovviamente la mia risposta avrebbe dovuto essere:
"Ma che cazzo te ridi? Che t'ho portato per fare la guardia al portone di casa?"
Ma siccome sono un signore ho glissato, sentendomi anche dire, al ritorno dalla vacanza, che lei poteva fare proprio tutto ma Stromboli, "pel calità, no!"....(continua)

domenica 2 ottobre 2011

The Princess (© AnnaDP) - Parte 1

E' arrivato il momento.
Dopo un mese di blog, è giunto il momento per parlarvi della Principessa. La presenza più ingombrante, frequente e risolutiva nella Casa del Selvaggio.
Partiamo dal principio.
Quando la Madre rimase incinta (lo Spirito Santo, anche questa volta, fece il Suo dovere), si presentò il problema:
"Con i turni che ci tocca fare in ufficio, bisogna trovare qualcuna che viva con noi e sia abituata ad avere a che fare con i bambini, che tenga in ordine la casa ma che, al tempo stesso, non ci costi come un top manager di Goldman-Sachs"
Decidiamo di provare una ragazza peruviana, appena arrivata in Italia. Però c'era un problema. Aveva sempre dietro il cognato. Visto che non parlava italiano c'era bisogno dell'interprete.
E poi uno le chiedeva di pulire il bagno, tornavi a casa e trovavi il bagno lercio.
Ma come brillava la cucina, ehh.... insomma non capiva un cazzo.
Quindi, la Madre ha preferito cercare qualcun altro da schiavizzare.
A quel punto è arrivata ....oddio....non mi ricordo come si chiama, ma poco importa.
Si presenta una tizia alta un metro e ottanta, due cosce lunghe lunghe lunghe, bionda e che assomigliava a Elenoire Casalegno. Estone, moldava, non mi ricordo.
Fatto sta che la madre la guarda per bene, la squadra, e più o meno le fa:
"Umpf...fammi un po' vedere cosa sai fare". E le mette uno straccio in mano. Ora, è apparso subito evidente a tutti che la ragazza non aveva mai preso uno straccio in mano.
ZITTI!!!!!!!!
Per me, che sono un uomo e non me ne frega niente, una vale l'altra (certo che alta, bella e bionda è meglio di bassa, brutta e scura scura). Sta di fatto che dopo la prima settimana di prova la tizia arriva e comunica alla Madre di essere incinta.
NON SONO STATO IO!!!
Scherzo, non l'ho detto ma non vi racconto l'occhiata che mi è arrivata, tra l'indagatore e il "te l'avevo detto che era uno zoccolone..."
A quel punto (nel frattempo il Selvaggio era venuto al mondo) arriva l'angelo. La colf che tutti abbiamo sempre sognato. Si chiamava Maria, e anche il nome sembrava fatto apposta.
Brava, brutta (cosa che sembra marginale ma vi assicuro che non lo è affatto), affettuosa e capace col bambino, efficiente come un SS...insomma la soluzione ideale. Eravamo quasi contenti di tirare fuori quelle diverse centinaia di euro al mese.
Senonché, dopo poche settimane, Maria ci lascia. Aveva un problema col marito nelle Filippine e, con la morte nel cuore, ci dice che non può rimanere (secondo me aveva visto la mala parata e s'è data prima che la situazione precipitasse).
A quel punto, eravamo a febbraio del 2008, ecco la Principessa..... (continua)

sabato 1 ottobre 2011

Edit

"Papà, ho fatto cacca"
"E allora?"
"Vieni a sentire, sembra che ho mangiato i tuoi calzini morti"

L'Inferno - Canto I

Non c'è un momento in cui un uomo può sedersi in un posto e dire:
"Signori, oggi me ne sto qui, leggo un libro,  e non faccio una cippa tutto il giorno"?
No, a quanto pare non c'è. In realtà avrei dovuto capirlo da tempo, ma non riesco a rassegnarmi.
Il Selvaggio, stanotte, non ha fatto mancare la sua molesta presenza nel letto matrimoniale e, all'alba delle 8, ha cominciato a chiedere (sussurrando, ha capito che altrimenti rischia di farci incazzare-mammia mia quanto è infido!) di andare a prendere le sorelline.
Alle 8.40 la Madre ha alzato bandiera bianca, si è alzata a preparare la colazione e, magnanimamente, mi ha lasciato dormire (ringraziare - grazie!).
Alle 11 siamo usciti per andare a prendere le sorelline. In giro per Roma c'era un traffico che nemmeno in Deep Impact nella scena dove tutti scappano dalla città. Ho cercato di litigare con qualcuno per sfogare il nervosismo, ma l'unica che mi ha dato corda è stata la Madre.
E, si sa, quella battaglia non vale nemmeno la pena di combatterla.
Quindi arriviamo a prendere le sorelline, ri-attraversiamo tutta la città mentre i tre gremlins dietro urlano felicissimi di vedersi, io sempre più incazzato e la Madre....mah...!
Totale andata-e-ritorno circa un'ora e mezza. Andavamo a Gardaland facevamo prima.
A un certo punto, in mezzo a una canicola degna del miglior ferragosto a Marrakech, ci ritroviamo in un vero e proprio girone infernale.
Premessa - la Madre, di sfuggita, mi dice qualche giorno fa:
"Amore, domenica andiamo con i bambini a una festa di beneficenza? Ci sono i giochi, ci sono F&F (i genitori di Nick), c'è anche il Tigre con la mamma (Gesù, la Hitlerjugend al completo, penso io). Dài, facciamo una buona azione e i piccoli si divertono"
"Va bene" Dico io.
Arriviamo in questo posto e la scena che ci si para davanti è la seguente:
circa 200 (non scherzo, i numeri sono aderenti alla realtà) bambini tra gli 0 e i 12 anni. Forse di più.
400 genitori.
Banchetti che vendono roba da mangiare ma anche vestiti, giocattoli e ammennicoli vari.
Due enormi banchi dove si fanno salsicce, hamburger, panini con la porchetta.
Un bar sempre stracolmo.
Tre (dico tre) gonfiabili, uno grande uno medio e uno piccolo per tutte le età (il Selvaggio non ne ha lisciato uno, incredibile eh?)
Un teatrino con tanto di clown, maghi e spettacoli circensi.
Il tutto in un posto molto carino ma moooooolto stretto e moooooolto polveroso.
Ma la notizia della giornata, per il Selvaggio, è un'altra. C'è FLU:
Ah-ah. Devo dire che il ragazzino si comporta con abbastanza nonchalance. Come un sorcio sta lì che pian piano si avvicina, fino a che rivolge alla Madre la ferale domanda.
"Mamma, mi fai una foto con Flu?"
Chissà cosa pensa di farci, non mi pare ancora arrivato all'età in cui ci si vanta con gli amici..boh...!
Gonfiabili, parete per le scalate, ancora gonfiabili, teatrino, pranzo con panini sull'erba con 47 gradi, salti su un elastico che serviva alle ragazzine che stavano facendo ginnastica artistica, pallavolo, di nuovo teatrino....
Alle 14.45 sembrava che fossimo lì da 7 ore, ma ne erano passate solo treeeeeee....
A un certo punto decidiamo di andarcene.
Sorellina 1: "Ma non aspettiamo la lotteria di beneficenza?"
"A che ora è?"
"Alle 19"
"SALI SUBITO IN MACCHINA. DI CORSA!"
A casa, la Madre si prepara per andare a lavorare, io porto le Sorelline a casa e il Selvaggio si mette a fare i muffin con la Principessa, la quale dice:
"Ma sporchiamo tutto"
"FALLO E BASTA!" Non l'ho detto, ma avrei voluto. Però la Madre mi avrebbe accusato di essere troppo nervoso.
Ri-ri-attraversiamo la città, e poi io da solo un'altra volta. Arrivo a casa ridotto un cencio ma il Selvaggio che fa?
Mi chiede, ingozzandosi di muffin:
"Papà, guardiamo Roma-Atalanta insieme?"
Sììììììììììììììììììì.............

venerdì 30 settembre 2011

The punishment

E' il mio 30esimo post, e bisogna festeggiare. E quale modo migliore di un bel merluzzo bollito per cena? Poco fa un amico, chiacchierando su Facebook, mi ha chiesto:
"Che fai, Yoccheggi anche stasera?"
"Non ci penso per niente", rispondo io "Stasera pesce". Bleah!
Dovete sapere che oggi il Selvaggio è stato messo in punizione dalla Madre, perché ha fatto storie quando si trattava di andare a scuola. Mi ha detto che mentre lo rimproverava il bambino, (sempre 4 anni, non è che è cresciuto di dieci in una notte) si metteva le dita nelle orecchie producendo questo suono :
"Lalalalalalalalalalalalalalalalalalalalalaalalal". Quindi punizione e per due giorni senza televisione. E basta! Punizione in realtà subito sospesa dal sottoscritto per motivi che non starò qui a spiegarvi. Non potete sapere quanto si è incazzata la Madre. Con me, dico...
Stamattina, dopo essere uscito dall'ufficio, mi arriva una telefonata che recita in questo modo:
"Vieni da F., sono qui che chiacchiero. Mi prendi e andiamo a fare la spesa".
Ora, direte voi, cosa c'è di meglio alla fine di una settimana di lavoro intenso che andare a spendere un paio di cento euro al supermercato?
Tra l'altro, come tutti saprete, fare la spesa in regime di dieta costa esattamente il doppio del solito.
Come funziona, mi devono spiegare. Uno mangia delle cose che fanno veramente schifo e costano pure molto di più di quelle buone. Mah..
Pranziamo, e a un certo punto la Principessa dice una cosa che non avevo mai nemmeno immaginato potesse essere detta. Piccolo antefatto: si è fatta uno scatolone con dei vestiti che spedisce al suo Paese, ai parenti. E' uno scatolone mooooolto voluminoso, quindi ha chiamato due suoi connazionali (la Principessa è filippina, non so se ve lo avevo detto) che sono arrivati verso l'ora di pranzo. Lei gli dà il collo e tornando in sala da pranzo se ne esce con un:
"Umpf....uno dei due era pure NEGLO!"
Le mascelle mie e della Madre cadono rotolando sul pavimento, e al rumore di ossa spezzate la Principessa rinsavisce di colpo e tenta di riparare:
"Vabè, aveva la pelle scula".
"Ok Principessa, abbiamo capito".
Oh Gesù, ma dov'è finita la servitù di una volta?
All'uscita di scuola F, la mamma di Nick, si offre di portare il selvaggio a casa sua per farli giocare insieme (contenta lei, dico io, a me va benissimo).
Scene di isteria collettiva tipo un concerto dei Doors. Ci mancava poco che il Selvaggio si mettesse a cantare 'The End'.
Ma, camminando verso casa di Nick, arriva la domanda fatidica del Selvaggio a F:
"Ma Flu è a casa?".
"No, selvaggio, mi dispiace. E' da un'amichetta"
E succede. Il viso solitamente sereno del Selvaggio si chiude in un arricciamento dovuto alla tristezza tipo così. Dura poco, forse tre secondi, ma è l'espressione più sconsolata che io abbia mai visto da quando mi è capitato (per sbaglio) di guardare Love Story.
Quando lo vado a riprendere lui mette (anzi, tenta di mettere) in scena una crisi isterica:
"Non me ne voglio andare cattiiiiiiiiiiivooooooooooooooooooo"
"Selvaggio, o andiamo a casa o Flu non te la faccio vedere mai più. Facciamo i Capuleti e i Montecchi al contrario"
Subito vestito con le scarpe, vicino alla porta.
"Papà, io vengo via, ma Capulecchi è una cosa brutta?"

giovedì 29 settembre 2011

Casa, dolce casa...

Ah-ah. Pensavate che la mia vita e quella del Selvaggio fossero tutte rose e fiori, vero?
Bè, non è così. Oggi, qui a Roma, ci sono i nonni. Da parte di Madre, ovviamente.
Ora, i nonni da parte di Madre, nonna L. e nonno G, stanno cercando casa a Roma. Potete capire il mio stato d'animo. Per carità, gli voglio bene come se fossero i miei genitori, ma credo fermamente che un genero debba vivere lontano dai suoceri, vederli saltuariamente e fargli gli auguri per tutte le feste, comandate e non.
No, scherzo. Mi farebbe immensamente piacere averli vicini. Io amo gli ultrasessantenni (mia suocera in realtà ne ha 19 e mezzo e nemmno li dimostra) come amo i bambini.
Comunque, nonna L. e nonno G. sono in cerca di una casa a Roma. Piccola, dove un giorno possano vivere core a core vicino alla loro bambina e al nipotino adorato.
Quindi oggi ci siamo messi a cercare case. Ho fatto, credo, 15 telefonate. Ne abbiamo vista una.
Una nuda proprietà con dentro una 79enne che stava molto meglio di me, di mia suocera e pure del Selvaggio. Era solo un po' sorda, tanto che abbiamo messo le tende sotto il portone perché non sentiva il citofono.
Caruccia, stava lì buona buona davanti alla televisione e non diceva una parola. Che tenera..
Ovviamente mentre non rispondeva al citofono io ho subito pensato che forse era morta PROPRIO in quel momento e la nuda proprietà non sarebbe più stata nuda.... Pio desiderio, ovviamente.
Mio suocero ha sbraitato un po', perché dice che le nude proprietà portano sfiga. Non ha torto, in effetti. Chi non conosce casi in cui il nudo proprietario che ha venduto la casa a 75 anni ha campato fino a 95? Io ne conosco almeno due. Non sarebbe carino essere il terzo.
(Mentre scrivo il selvaggio si dibatte nell'acqua della vasca come una trota salmonata e la Principessa e nonna L. non riescono ad averne ragione. Avete presente come fa una trota salmonata? Voi la tirate su, la poggiate un secondo -ma proprio un attimo- sulla riva in attesa di prendere il coltello per sbudellarla e metterla nell'apposita vasca, e quando vi girate l'infame non c'è più. E' lì in acqua che vi mostra il dito medio. Con il Selvaggio è esattamente la stessa cosa, solo che spruzza molta più acqua in giro della trota salmonata. Di qualsiasi pesce, in realtà).
Quando siamo andati a prenderlo a scuola, il Selvaggio era tutto contento di vedere i nonni. Talmente contento che mi si è rivolto in questo modo:
"Selvaggio, che hai fatto oggi?"
"Umpf..."
"Come, scusa?"
"Umpf..."
"Che mi sta a significare 'Umpf...'?"
"Con te non ci parlo"
"E perché? Che ho fatto?"
"Non mi fai mai un regalo, sei cattivo"
"Ma non è vero, ieri quando sei tornato da Parigi ti ho fatto trovare un Playmobil nuovo"
"Sì, ma era piccolo, quindi sei cattivissimo"
Alla fine di questa scenetta, è andato a prendere un gelato con i nonni. Dopo aver visto la casa e aver annullato l'appuntamento per un'altra nonni e nipote si sono precipitati al parco. Io mi sono rifiutato.
Perché a un certo punto un uomo deve anche saper dire 'No', giusto?
"Emiliano, ci vieni a prendere tra mezz'ora al parco?
"Certo signora, ci mancherebbe"
"Bene. A tra poco"
In Spagna mi avrebbero appellato 'Hombre de Mierda'...
Fatto ciò, via di corsa a fare una fototessera al selvaggio.
"Ne ha bisogno domani a scuola", dice la Madre prima di andare in redazione.
"Non sapevo che per entrare in una scuola materna ci fosse bisogno del documento"
"Quanto sei stupido"
Andiamo a fare 'sta foto, solo che il Selvaggio è troppo basso per lo sgabellino della macchinetta. Quindi la foto viene un tantinello mozzata. Niente di che, ma negli Usa non lo farebbero entrare.


He's back!

Scrivo questo post di nascosto, alle 5.20 di mattina, in attesa che in redazione arrivi il capo. Dovrei fare altro, ma ho sviluppato una dipendenza preoccupante.
Ieri sera è tornato il Selvaggio.
Sono andato a prendere tutta la famiglia all'aeroporto, dove sono arrivato con un'ora di anticipo (pensavo di dover faticare per trovare parcheggio e, in effetti, così è stato) e dove ho aspettato in mezzo a una folla e a una disorganizzazione che sembrava di stare all'aeroporto di Karthoum.
"Dicaaaaa"
"Sì?"
"Le serve una macchina?"
"Guardami bene, ti sembro uno che gli serve una macchina?"
"No, me sembra uno che ci ha bisogno de 'na vita de riserva. Venga che ci ho la SLK"
"Ma vaffanculo, va, te e la SLK!"
Siamo su questo tipo di dialoghi, ormai.
Era fichissimo vedere, appena fuori dal gate degli arrivi, tutti questi autisti in fila uno a fianco all'altro e tutti quanti con in mano un foglio A4 dove, scritto a mano, c'era il nome della persona che aspettavano: Xin Lao Na, Spasskj, Niemar, Kanagasawa, El Mahmud ecc ecc.
Dopo aver passato tutto il tempo possibile nella Feltrinelli di Fiumicino mi avvicino alla porta scorrevole da dove vengono espulsi i viaggiatori in arrivo e dopo 5 minuti mi si propone questa scena.
Il Selvaggio, sorridente, guarda verso il gruppone di persone in attesa. La Madre, con occhi a fessura alla Tex Willer, aspetta di aver agganciato l'obiettivo e appena lo ha individuato (l'obiettivo ero io, se mai qualcuno non avesse afferrato) spara il suo proiettile (il bambino). E torna dentro urlando:
"Vado ad aspettare la valigia, tu vai da papà"
Il Selvaggio mi abbraccia come se la nostra vita fosse stata questa:
"Papà, mi sei mancato tantissimo"
"Anche tu, piccolo"
"Ora staremo insieme tutti i giorni, vero?"
"Bè, è proprio necessario tutti i giorni?"
"Vabbè, tranne il mercoledì che vado a nuoto"
"Ottimo"
Sulla macchina per tornare in città, tra un racconto e l'altro si sente una vocina:
"Papà, lo sai chi è il Presidente della Repubblica?"
"Chi è amore?"
"Francesco Totti!"
Paris, je t'aime!

martedì 27 settembre 2011

Boooooombaaaaaaaaa....

E così, continua la vita da single senza figli. Oggi workshop di fotografia con loro molto istruttivo.
Il Selvaggio, che onestamente comincia decisamente a mancarmi, oggi mi ha telefonato. E mi ha raccontato  che ieri, a Eurodisney, ha fatto dei giochi bellissimi.
"Papà, ti rendi conto?"
"Di cosa mi devo rendere conto, amore?"
"Sono andato su un aereo spaziale e ho ucciso tutti i bambini che erano nel cielo con me"
"Ah. E mamma?"
"No, mamma no"
"E nonna L.?"
"Sì, perché lei era rimasta a terra ed è stata bruciata dalle mie bombe incendiarie"
"Ho capito, amore, e senti una cosa: c'è uno psichiatra infantile bravo da quelle parti? A me sembra che ce ne sia uno molto rinomato dalle parti delle Halles"
"Un che?"
"Niente, amore, niente. Oggi cosa fate?"
"Oggi facciamo shopping, perché qui a Parigi è la Giornata dell'Adulto"
Pensate a cosa possono arrivare le menti malate di una madre e di una nonna insieme.
"E, amore, cosa vuol dire shopping?"
"Che uno entra in un negozio e vince tante belle, bellissime cose. Vado a vincere. Ciao papà!"
Ciao. Torna presto.

lunedì 26 settembre 2011

L'ozio è lo zio dei vizi

mmm....dunque...da dove posso cominciare? Devo esprimere un concetto fondamentale ma non riesco ad articolare parole che siano consequenziali al pensiero....vediamo....niente...  AH! ECCO!
Oggi non ho fatto veramente un cazzo!
Che spettacolo! Rientrato dal lavoro alle 12, pranzo (scarso, ovviamente), un paio d'ore di sonno e, complice qualche goccia di pioggia caduta su Roma, me ne sono stato bello bello tipo gatto tra il letto, il divano e la scrivania...
Oggi pochissime notizie dal Selvaggio, che essendo andato a Eurodisney ha avuto ovviamente pochissimo tempo per il suo vecchio padre.
Ha rischiato di farsi sul serio male, ma la colpa è chiaramente della Madre, mica sua.
Lo ha portato sulle montagne russe e mi ha raccontato di essere uscito più o meno di questo colore....
Ma la colpa non è nemmeno della Madre, alla fine. E' mia che li lascio andare.
Detto ciò chiudo. Post breve perché, pensate un po', devo andare a cena da B e M.
Anche stasera fuori (in realtà siamo sullo stesso pianerottolo, non vorrei passare per mondano eh..)!
Ho paura di abituarmi.
E come mi scrisse una volta un collega da Sabaudia, al mare mentre io lavoravo e morivo di caldo a Roma: SCUSATE, SCAPPO, NON SIA MAI FINISCE LA MENTA PER IL MOJITO!
Mamma mia che vita, ragazzi!

domenica 25 settembre 2011

Il giorno libero

Chiedo scusa.
Avevo annunciato che non sapevo se questo blog sarebbe sopravvissuto alla partenza del Selvaggio, ma in effetti ho scoperto che non posso stare senza quei tre di voi (tra cui la mia mamma) che leggono queste pagine.
Davvero, mi siete mancati moltissimo!
Partiamo dal principio.
Venerdì il Selvaggio e la Madre partono per Parigi. Io cado in uno stato di depressione profondissima a causa del distacco. Avete presente quando una madre partorisce e poi sta male perché non ha più il pancione? Ecco, uguale. Sono stato costretto, venerdì sera, ad andare a cena fuori con degli amici e, pensate, perfino a interrompere la dieta.
La mattina di sabato mi sono svegliato con in gola un groppo che non vi immaginiate nemmeno. Non c'era lui accanto a me. Non avevo nemmeno un livido o un'ammaccatura per le legnate che solitamente mi rifila di notte. Non avevo le braccia e il collo indolenziti per aver dormito tutto rannicchiato in un angolo del letto, perché il letto lo avevo avuto tutto a mia completa disposizione.
Sono traumi, ragazzi. Non bisogna sottovalutare queste cose.
Decido, quindi, di partire per Verona dove un gruppo di miei amici on il quale condivido la passione per la fotografia si sarebbe riunito per un pranzo e qualche ora insieme (non è vero, avevo deciso già da qualche giorno ma la decisione improvvisa dovuta al mal di vivere è funzionale al racconto).
Il mio amico Ciddì, grande fotografo che abita a Padova, capisce il mio stato d'animo e si dichiara disponibile ad ospitarmi per la notte a casa sua. Insieme alla sua signora e al suo splendido bambino si prende cura di me, mi fa mangiare come un porco all'ingrasso, mi porta a prendere il gelato e poi mi mette a letto. Vorrebbe anche fare del sesso mentre sua moglie dorme ma io declino l'invito. Con signorilità, ma declino.
SCHERZO!!!! Paura, eh???
Stamattina ci mettiamo in macchina verso Verona. Io sono ancora gravato da un enorme carico di tristezza, la nebbia della pianura padana assomiglia molto a quella che pervade il mio cuore (giornata bellissima, per altro). Arrivati alla stazione di Porta Nuova grazie all'iPad (Ciddì aveva paura di perdersi e giustamente si è affidato alle nuove tecnologie), vediamo in lontananza un gruppo di personaggi inquietanti con le macchine fotografiche al collo. Alcuni ne avevano anche DUE!!!
"'azz.....sono sbarcati i giapponesi, andiamo via. Corri!"
"Ma no, Ciddì, sono i nostri amici quelli"
"Ma dài? Hai visto quanti bambini ci sono?"
"Ma no, quelli sono Tillamilla e il Maestro Mod"
"Ah..."
In trenta (forse di più) cominciamo a camminare verso il centro e a chiamarci l'un l'altro a gran voce per le strade solitamente tranquille della città di Giulietta e Romeo.
I veneti, si sa, sono persone a modo.
E gli piace, in genere, che la gente non rompa troppo i coglioni.
Al quinto "Ahò", "Belìn" e "Ostrega" hanno cominciato a guardarci male. Tanto che la proprietaria di un bar dove ci siamo fermati per rifocillarci borbotta:
"Ma non finite mai? Dài che ci ho da lavorare".
Dopo tre fotografie decidiamo che è arrivato il momento di andare a pranzo. Ci facciamo un sacco di risate e, per 25 euro, mangiamo come portuali di Mazara del Vallo dopo che hanno scaricato il pescato di venticinque barche.
In tutto questo la mia depressione andava migliorando, non pensavo più al Selvaggio e alla Madre che si stavano divertendo nella Ville Lumiére alla facciaccia mia, finché non mi arriva il seguente sms:
"Il Selvaggio a una coppia di ciccioni napoletani in fila per salire sulla Tour Eiffel: ehi voi! State giù, siete troppo pesanti. Se salite ancora la punta si spezza!"
A quel punto la mia depressione è finalmente passata del tutto e ho cominciato a pensare che ognuno, anche a Parigi e anche se ha solo 4 anni, ha diritto di dire quello che pensa.
Meno male però che io non c'ero, pensate che figura di fango...
Poco più tardi altra comunicazione della Madre:
"Selvaggio, lo sai perché si chiama Tour Eiffel?"
"Certo che lo so mamma, ma per chi mi hai preso?"
"Ah, scusa. E perché si chiama così?"
"Perché è di ferro"
"E che c'entra che è di ferro?"
"Tour 'e fierr'...ma che sei stupida?"
Dal suo punto di vista ha una logica. Soprattutto pensando alle ascendenza del bambino.
Ora sono sul treno, ho passato una bellissima giornata con tanti amici che mi hanno aiutato moltissimo ad attraversare questo brutto periodo. Ora però torno a Roma dove mi aspetta la mia vita, il mio lavoro, la mia casa...
Prima però, stasera, c'è la festa di B.
PEPE-PEPEPEPE-PEPE-PEPEPEPE-PEPE-PEPEPEPE-PEPE
Niente invidia, mi raccomando.

venerdì 23 settembre 2011

Hic sunt sorellines!

Il Selvaggio è partito.
Oggi pomeriggio culturale con le Sorelline e visita al Colosseo.
Sorellina 1: "Papà, che ci facevano qui dentro?"
"Combattevano i gladiatori tra di loro o contro le fiere"
"Tipo la Fiera di Roma?"
Sorellina 2: "Papà, ma uno perché deve stare in galera tutta la vita?"
"Bè, succede solo in circostanze molto gravi"
"Tipo quando?"
"Non so, quando uccidi un'altra persona, per esempio"
"E se la persona che hai ucciso è un vecchio?"
"Vai in galera lo stesso"
"E perché? I vecchi non sono più utili all'ambiente"
Questi sono solo alcuni dei dialoghi che si sono svolti oggi pomeriggio.
Tra l'altro ho scoperto che Sorellina 1 è bravissima a fare una cosa: piange a comando. Giuro, proprio a comando. Agli attori devono mettere le lacrime finte, lei invece fa da sola. Ha un futuro, almeno.
Amo moltissimo tutte e due e vi giuro che un altro giorno vi racconto tutto e scriverò un post chilometrico.
Ora però devo andare, visto che la famiglia è in vacanza io VADO A CENA FUORI.
Ciaoooooooo

giovedì 22 settembre 2011

L'arte, le suore e l'uomo bruciato

Io non sono credente. Voglio dirlo chiaramente prima e spazzare il campo da ogni equivoco. Ciò non toglie che il Selvaggio va a scuola dalle suore. Per la precisione suore Salesiane. Berlusconi, invece, è andato dai Salesiani, maschi. Forse è per questo che ha tutti 'sti problemi con le donne.
Comunque, oggi c'è stata la prima assemblea dell'anno a scuola. E io, ovviamente, non potevo mancare nel modo più assoluto.
In realtà la Madre mi ha detto:
"Ma dài, rimani a casa a riposarti"
"Come no. Io sto sempre in giro per feste, parchi e ville e quando c'è da fare la cosa 'importante' me ne sto a casa? Ma stacci tu a casa"
Così, lasciamo il Selvaggio con la nonna L e Nick, il suo amico, e andiamo verso l'assemblea.
Dunque, arriviamo nella sala riunioni della scuola (un caldo tropicale, le suore non hanno l'aria condizionata perché, pare, allontana da Dio) e ovviamente ci sediamo in primissima fila. Praticamente in braccio alle suore. Tutte carucce, tutte pettinate e vestite di bianco. Si chiamano Suor T. (la Direttrice) e Suor S. (la maestra). Poi ci sono le laiche, che già conosciamo, la maestra Emmeti e la maestra Panna.
Tutto ha inizio con una introduzione di Suor T che, dopo una breve preghiera di introduzione, fa questa premessa:
"Voglio fare una breve riflessione".
Di fronte a lei c'erano almeno quattro fogli di quaderno scritti a mano fitti fitti che sembravano compilati da un amanuense del dodicesimo secolo. Mi sono predisposto con animo leggero ad ascoltare, ho allungato le gambe e Suor T ha potuto cominciare.
Il concetto (che cerco di estrinsecare in maniera concisa) era più o meno il seguente:
1) l'amore è gratis (lei diceva "è gratuìto", con l'accento sulla i);
2) siamo tutti opere d'arte;
3) siamo tutti unici ma non assoluti (condivido, cribbio!);
4) i bambini hanno bisogno di silenzio!!!! Ci potete credere? Ho pensato che stesse scherzando ma poi, riflettendo per bene e senza preconcetti, ho afferrato che forse aveva ragione. Se i bambini non stanno un po' da soli con loro stessi, difficilmente concedono ai genitori la stessa cosa;
5) c'è stato il racconto (o parabola) con tutta la questione del getsemani ecc.
Durata della "breve riflessione" circa 40 minuti.
Senza pause, caffè o battute spiritose che avrebbero potuto alleggerire il tutto.
Dopodiché è stato il turno di Suor S.
Vi devo confessare che non ho capito quasi nulla di quello che ha detto. Ma non per colpa sua, è che avevo esaurito le scorte di attenzione con Suor T.
Anche lì, stavamo per raggiungere diversi record del mondo in quanto a durata.
Poi hanno parlato le laiche, cominciando da Emmeti (ha un po' l'aria da kapò, Emmeti. Bionda, alta, grossa più o meno come me e molto molto autoritaria). Ci ha spiegato il programma e le attività che a cui i bambini prenderanno parte quest'anno, ci ha detto che il lunedì e il giovedì devono andare con la divisa e gli altri gironi col grembiule. Ovvio che la Madre si confonderà da subito, e quando tutti avranno il grembiule bianco tutti carini, il Selvaggio starà con quella tutaccia blu. E viceversa.
Dopo un paio d'ore, finalmente, ci hanno liberato. Siamo arrivati a casa e il Selvaggio stava ancora giocando con Nick.
Dopo poco Nick se ne va, doccia e pigiama in attesa di Roma-Siena. Sul divano, gli dico:
"Sai che siamo andati a parlare con le maestre, oggi?"
"Sì lo so, me l'ha detto mamma"
"Ah, e cosa ti ha raccontato?"
"Che un uomo è andato a fuoco e si è tutto bruciato, come se si fosse.....ecco...bruciato".
Io ho molta paura.

P.S.: domani il Selvaggio e la Madre partono. Vanno 5 giorni a Parigi con nonna L. Non so se il blog sopravviverà

mercoledì 21 settembre 2011

Un pomeriggio....intenso..!

Argh!...ciaf!...sock!..."Fermo!", "Spingi!", "Tira!".
Sembra di essere su un ring durante la prima ripresa del campionato del mondo dei pesi massimi, invece trattasi di spogliatoio della piscina del quartiere.
Primo giorno di nuoto per il Selvaggio. Se ricordate il post di esordio, aveva esultato come se avesse fatto gol nella finale di Champions solo perché lo avevano messo con i bambini grandi. E continuava a chiederlo a sé stesso e a me, come se non ci credesse nemmeno lui.
Oggi arriviamo in piscina (c'è anche la Madre, incredibile eh? Tale la disabitudine ad averla vicina in queste occasioni che un paio di volte l'ho chiamata Mario), lui si fa svestire, mettere il costume, la cuffia e l'accappatoio con una serietà e una disciplina degne di migliore occasione. Pronto a bordo piscina, arriva la maestra. Lui la prende per mano, neanche saluta e si avvia verso l'acqua. Noi, da bravi genitori orgogliosi e un filo ansiosi, ci mettiamo dietro ai vetri per controllare che tutto vada per il verso giusto.
"Amore, forse possiamo anche spostare il naso da questo vetro, non credi?"
"Perché? Tanto che dobbiamo fare?"
"Bè, magari una chiacchierata, visto che ci vediamo solo ai cambi turno in redazione"
"Perché, non possiamo chiacchierare stando qui?"
"Sì, magari se smetti di fare ciao con la manina e ti togli dalla faccia quel sorriso ebete riusciamo anche a scambiare due parole"
"Umpf....il bambino non ha shampoo e bagnoschiuma. Vai a comprarli!"
"Va bene, amore. Vado!"
Torno dopo 5 minuti e indovinate dove la trovo? A bordo piscina, tutta urletti e "Vai, amore, vai", che mi hanno fatto pensare che se IO fossi stato Mario sarebbe stato meglio.
Dopo il nuoto c'è la festa del Tigre. Ve lo ricordate? E' un altro degli amici del Selvaggio. E' un bambino adorabile, ma ha sempre le sopracciglia puntate in giù a formare una specie di V. Avete presente?
Anche lì 40 bambini ma almeno lo spazio dove potevano correre e fare danni era praticamente sconfinato. Il problema serio è che queste feste sono frequentate quasi esclusivamente dalle madri.
In special modo quelle durante la settimana. Io, generalmente, sembro un po' lui. Tranne per gli occhiali.
Ma siccome  oggi la Madre si è palesata ho avuto tuuuuuutto il tempo per:
giocare sul castello, fare lo scivolo, la parete di arrampicata, il ponte tibetano, salire nella casetta di legno, fare acchiapparella, nascondino e le capriole.
E quel piccolo paraculo che, quando gli dico:
"Amore, papà è stanco"
"Lo so, ti sei svegliato alle 4, vero?"
"Sì Amore"
"Io alle 8. Giochiamo?"
Sempre meglio che parlare di gravidanze, influenze e mocciolo, non c'è dubbio.

Pensavo di aver stremato il Selvaggio ma no, non è mai VERAMENTE stremato, lui. Prima di andarsene ha voluto fare due giri sul circuito delle macchinine, e ad un bambino che incidentalmente gli è venuto addosso ha detto: "Mi hai colpito, bastardo!". 
Bastardo? Ma dove l'avrà sentito? Non lo saprò mai perché quando è sceso mi sono dimenticato di chiederglielo. 
Tanto, mi avrebbe detto: 
"Ma me lo hai insegnato tu, papà". 
Scommettete?


P.S.: questa qui sopra è la Madre, anch'essa stremata, a metà pomeriggio.

martedì 20 settembre 2011

Ah, le donne...!

Come si può fare?
Il Selvaggio si è innamorato. 
E indovinate di chi? Della sorella di Nick, uno dei suoi migliori amici. 
La chiameremo Flu. E' molto carina, bionda (ma che strano... certo, si deve mimetizzare con il resto della Hitlerjugend...) e, soprattutto, più grande del Selvaggio. 
Qualche giorno fa il bambino torna a casa e ci dà la notizia. In realtà la dà alla Madre, che ovviamente me la riporta immediatamente.
"Mamma, mi sono innamorato"
Io non lo so, non c'ero, ma credo che la Madre abbia avuto grosso modo la seguente reazione: 
"Dimmisubitochièchevuoleportartiviadameseiancorapiccolononpuoiassolutamenteinnamorartièproibito!"
"Ma mamma, è Flu. La sorella di Nick"
"Macosastaidicendotiparehcetiinnamoridellasorelladeltuomiglioreamico?"
"Mamma, ti voglio chiedere una cosa"
La situazione a quel punto stava seriamente precipitando, ma la curiosità della Madre è notoriamente molto più forte della sua capacità di incazzatura, e quindi:
"Cosa?"
"Per favore, non dirlo a Nick!"
"Va bene, non glielo dirò"
E la cosa, più o meno, finisce lì. 
Qualche giorno dopo c'è la festa di un amico di scuola. Posto molto carino, nel verde, con gli animatori che facevano divertire molto i bambini. A un certo punto cominciano le manovre del Selvaggio che come un felino, quatto quatto e senza farsi notare, si avvicina furtivamente a Flu. Piano piano (ci mette mezz'ora) arriva al suo fianco.
Ovviamente, siccome è figlio di suo padre, appena arriva lì il gioco finisce e il gruppo si scioglie. Avrei voluto prenderlo per le spalle, scrollarlo come un dindarolo (in italiano salvadanaio, la metafora è dovuta ad un fatto privato che mi è capitato oggi) e urlargli:
"Ma sei coglioneeeeeeeeeee?" 
Ovviamente non l'ho fatto per tutta una serie di motivi, non ultimo la Madre che, seduta accanto a me, discettava con le amiche di diete, bambini e, indovinate un po'.....? Fidanzamenti!
Durante il week end il Selvaggio è piuttosto circospetto sulla questione, ci gira un po' intorno, la annusa, finché a un certo punto non ce la fa più:
"Mamma, puoi dirlo tu alla mamma di Flu che mi sono innamorato di Flu?"
"Ma amore, perché non lo dici tu direttamente a Flu?"
"Perché no, diglielo tu, ti preeeeegoooo...."
Allora interveNgo io:
"Quando dovevo dire a tua madre che mi ero innamorato di lei mica sono andato da nonna L. o nonno G. (ti immagini? Capelli lunghi, orecchino, di sinistra e della Roma...argh... come ti elimino i suoceri PRIMA di sposare la figlia). Ho preso e glielo ho detto di persona"
"Quale persona?"
"Si, vabbè...."
Ma il clou arriva oggi. Lo vado a prendere a scuola, fuori dalla quale incontro la  madre di Nick, i bambini vengono fuori e il Selvaggio e Flu escono praticamente insieme.
Il dialogo tra i due è il seguente (in realtà non è un dialogo ma una domanda):
Flu: "Selvaggio, vuoi venire a giocare da noi? Oggi siamo liberi"
Lui che fa? Mi guarda, diventa viola, stringe gli occhietti, alza gli zigomi e in un sussurro dice:
"Papà, per favore andiamo a casa?"

lunedì 19 settembre 2011

Tiè!

Oggi, per la prima volta quest'anno, il Selvaggio è uscito da scuola alle 16. Non vi dico, io da mezzogiorno alle 16 in totale relax sul divano davanti alla Tv. La Madre ha dormito, avendo finito di lavorare alle 7. Non che questo (dormire, dico) le abbia fatto bene....
Quando lo andiamo a prendere, il bambino è un filo nervoso. Dopo 8 ore a scuola, c'è da capirlo.
"Non voglio venire a fare la spesa, voglio andare a casa SUBITOOOOOO" e via di questo passo.
Ma è bastata la parola magica CENTROCOMMERCIALE (tutta una parola non a caso), che un sorriso gli si è stampato sulla faccia, è salito sul suo seggiolino in macchina e ha cominciato a strepitare:
"Andiamooooo, che fate ancora qui?"...
Durante il viaggio ha preteso di ascoltare trecentoventisei volte questa canzone. E' molto bella, ma ditemi voi se un bambino di 4 anni può andare a ruota in questo modo.
(Ah, tra l'altro la canzone non è nemmeno la sua, ma della moglie e della cognata. Siccome però nessuno la voleva pubblicare, lui ci ha fatto aggiungere un po' di fiati stile Mexico ed è diventata un successo... eh, il genio è il genio...)
E al supermercato ha ovviamente voluto il carrello a forma di automobile. Non è normale che un carrello a forma di automobile costi 4 euro, dico io. Ma tant'è.
In realtà ne costa due, solo che mi sono dimenticato di andarmi a riprendere gli altri due che avevo versato di cauzione.
Ha bevuto tre fruttoli e mangiato un pacchetto di patatine mentre La Madre ed io spendevamo centinaia di euro per fare una spesa pro e non contro la dieta. Fatta la spesa ha voluto fare cinque giri sulle scale mobili, da sopra a sotto e da sotto a sopra.
Scendiamo nel parcheggio, ovviamente ci mettiamo mezz'ora per trovare la macchina e attacca la litania delle 18:
"Papà, posso andare a casa di Bigodino adesso quando torniamo?"
"Amore, mamma ti ha già detto di sì (non so perché)"
"Ah.... ma posso andare a casa di Bigodino?"
"Ti ho appena detto di sì"
"Ah....mamma, posso andare a casa di Bigodino?"
"Selvaggio, ma ti sei bevuto il piccolo cervello che ti ritrovi nella scatola cranica?"
"Ecco, voi non mi volete mandare da Bigodino, siete CATTIVI"
A quel punto è cominciato l'esorcismo. Avete presente "ESCI DA QUESTO CORPO" ecc ecc. Ecco, tutta la trafila. Fino a quando si è tranquillizzato e io, fermo ad un semaforo e con il ronzio della macchina come sottofondo:
"Selvaggio, ti volevo dire una cosa"
"Cosa, papà?"
"A casa di Bigodino ci vai col CA$£%&@OOOOOOOO"
Tiè.

domenica 18 settembre 2011

Puffiamo?

Ahhhh.... oggi grande, grande, grandissima giornata. Giornata che auguro a tutti i padri/papà.
Si comincia andando a prendere 'le sorelline', così chiamate dal Selvaggio che ogni volta che viene a sapere  che le vediamo diventa una specie di Bulldog sbavante e sbrodolante.
Prese le sorelline ci si dirige verso casa della nonna. La Madre ed io siamo a dieta, quindi ci aspetta un pranzo tutt'altro che abbondante. I bambini, però, non si possono lamentare. Soprattutto perché a fine pasto mangiano un Magnum che fa diventare me un Bulldog.
Durante il pranzo si conversa, sapete com'è. E uno dei concetti che i bambini (tutti e tre) riescono a esprimere è che dentro la pignatta (o pentolaccia) alla prossima festa non ci devono essere quelle schifose caramelle che ci abbiamo messo sabato scorso, ma le smarties e le mm's... Io sono molto preoccupato.
Anche perché il secondo concetto espresso da Sorellina1 è:
"Io da grande voglio avere un bambino ma non voglio un marito. Madre mi spieghi come si fa?"
Ma la cosa assurda di tutto ciò sapete qual è? Che La Madre le fa il DISEGNINO (niente di porno, sia chiaro), che le spiega tutta la questione.
Tutto questo mentre Sorellina2 dice:
"No no, io voglio fare la mamma, avere tanti bambini e non fare niente tutto il giorno"
E il Selvaggio? Stranamente quieto e silente, se non fosse che a un certo punto (maledetto me che ho suggerito l'idea), dice:
"Papà, mi fai l'albero genealogico della nostra famiglia?"
Io tento di spiegargli che non basterebbe la Foresta Nera, ma lui insiste. Io allora comincio a scrivere su un foglio i nomi degli antenati più lontani che mi ricordo (non andiamo oltre il bisnonno) e lui si incazza come un'ape:
"Ho detto che devi fare un ALBERO"
"Ma Selvaggio, non lo so fare l'albero"
"FALLO"
"Non lo so fare!"
"IMPARA"
Aiuto....
A un certo punto, come da programma, si va tutti al cinema a vedere i Puffi in 3D. Non so se tutti voi avete idea di cosa significa portare al cinema tre ragazzini. Siamo arrivati un'ora prima dell'inizio dello spettacolo per trovare i biglietti.
"Selvaggio, vogliamo andare alla libreria qui vicino che è piena di bei libri per bimbi?"
"NO, voglio stare qui a vedere che gioca la Lazio"
"Cosa?????"
"Eheh, sto scherzando. Ma in libreria non ci vengo"
E allora via con le giravolte nel salone del cinema. Capriole, una coca cola a testa, fotografie (una delle quali, modello Charlie's Angels, è allegata).
Finalmente si entra.
Al decimo minuto si sente una voce:
"Papà, quando andiamo a casa?"
Sorellina1, giustamente, apostrofa il Selvaggio:
"Ma siamo appena arrivati"
"Zitta tu, parlavo con papà, mica con te"
Poi il film ingrana e il selvaggio si tacita.
Alla fine, saluti e baci. Io volevo un bacio sulle labbra da Sorellina1 che però non ci pensa per niente.
Il Selvaggio ovviamente non si fa attendere:
"Maschio e femmina si può fare, dài SUBITO un bacio a papà!"

sabato 17 settembre 2011

Miccetta

Miccetta è un amico del Selvaggio.
Un compagno di scuola.
Miccetta non gioca con gli altri bambini, ma ti guarda con gli occhi che ridono.
Miccetta si chiama cosí per via dei suoi capelli, che sembrano esplosi dall'interno.
Miccetta indaga, è curioso, ridacchia e chiede un panino al suo papá.
È bello, anche se non lo sa.

venerdì 16 settembre 2011

Grazie, figlio mio!

Oggi é decisamente tardi per un post. Ma essendo venerdì domani non si lavora, non ci si deve alzare alle 4 e, quindi, non devo andare a dormire alle 9 come se fossi ospedalizzato. Giornata un po' complessa. Siamo andati a vedere un altro paio di case. Non vi posso dire nulla. Niente. Nothing.
Senza il selvaggio, ovvio. Mi tratterrò dal raccontare che quando siamo rientrati a casa stasera erano circa le 21.15 e lui stava scompisciandosi dalle risate sul divano mentre insieme alla nonna guardava Paperissima Sprint. É normale?
Comunque, oggi il Selvaggio é stato tutto il giorno a casa. Lo so, é una colpa ma proprio non ce la facevo. Troppo caldo, troppi bambini in giro, troppo di tutto.
A un certo momento, intorno all'una, stavo ascoltando la conferenza stampa di Luis Enrique (il mio allenatore) e vedevo il Selvaggio che si aggirava dalle parti della scrivania.
"Papà, come mai questo signore parla cosí inglese?"
"Non é inglese, amore. Parla italiano con accento spagnolo"
"SPA...che?"
"Spagnolo, amore. La Spagna é un paese vicino all'Italia"
"Come Parigi?"
"Un po' più lontano"
"Ah....e quanto ci ha messo a venire fino a Roma?"
Più tardi ha deciso che dovevo fargli dei grattini sulla schiena. É una cosa che non tollero e che non faccio nemmeno alla madre, tanto mi dà fastidio. Ma lui é venuto lí com il sorrisino delle grandi occasioni, e al mio rifiuto si é messo a fare come l'orso Baloo contro il muro. Allora é arrivata la Principessa (il post su di lei si avvicina, tranquilli. So che ci state perdendo il sonno, ma arriverà) che al grido di "POVELINO" ha cominciato a darsi da fare con le unghie che porta alla moda delle Filippine, cioè lunghe circa 40 centimetri.
Una delle notizie che oggi ci ha colpito (a me e al selvaggio) di più è stata quella orrenda storia della coppia di Torino. Due persone che, lei a 60 e lui a 70, decidono di fare la fecondazione eterologa e di far nascere un bambino. Che ovviamente un giudice decide di togliergli. Io stavo guardando la foto della coppia in questione, lui si avvicina e mi apostrofa:
"Papà guarda, quel vecchietto assomiglia moltissimo a nonno G. (il padre della Madre)"
"Ma no amore. Innanzitutto quel vecchietto ha tutti i capelli, e poi nonno G non farebbe mai una bambino con nonna L. Ti immagini? Avresti uno zio piú giovane di te"
"Ahahah..."
Io e la Madre usciamo per vedere le case. Col Selvaggio, abbiamo detto, rimane mia madre che tenta in tutti i modi di rovinargli quel po' di infanzia felice che ancora gli rimane.
Tornati a casa, siccome siamo a dieta, il nostro pasto consiste in pesce sottovuoto e Yocca. Buono eh? Dopo la cena c'é lo yogurt. Io prendo quello sbagliato. Nel senso che era del Selvaggio e aveva un apporto calorico che la Madre riteneva eccessivo, tanto che comincia a strepitare: "Cosí rovini tutto", "Vanifichi tutti i sacrifici d questi giorni", "Non dimagrirai piú...". PER UNO YOGURT!!! Se mangiavo una fetta di salame?
In ogni modo, il bambino poi viene da me e mi fa: "Mamma ha detto che diventi grasso, ma io te lo do il mio yogurt. Puoi mangiarlo di nascosto, se vuoi."
"Grazie piccolo, ma penso che prenderò l'Activia"
"Ah, va bene. Ma lo sai che lei è fissata"
BELLO DI PAPÀ!

giovedì 15 settembre 2011

L'urlo

Dal letto del Selvaggio:
"Papà, vieni che il Selvaggio ti deve chiedere una cosa".
Mi alzo da davanti al monitor e vado in camera del Selvaggio.
"Dimmi amore, cosa c'è?"
"E' vero che Munch urlava perché gli avevano rubato tutti i quadri?"
"Sì amore, credo che sia per quello"
Faccio qualche passo in direzione del salone.
"Papàààààà"
Torno indietro
"Dimmi amore mio bello e dolcissimo"
"La maestra Emmeti mi ha detto che Munch urlava perché non aveva più voglia di stare al mondo!"
Maestra Emmeti, io e te dobbiamo decisamente parlare.

I muffin, Marx e il pasto di Spongebob

É il quarto giro del DVD di spongebob. Sono abbastanza sfinito. Per fortuna è arrivata la Madre, che si porta il Selvaggio in giro a fare shopping. Poveretta, non ha idea di cosa la aspetta. All'uscita di scuola sfoggia un sorriso a 36 denti e con un'espressione tra il paraculo e il paraculo se ne esce:
"Papà, mi regali un pkfhègsutdxrewqfbwjbò?"
"Non ho capito, amore"
"Mi regali un ojoheqbvdfkjnc"
"Amore, scusami ma non ho proprio capito"
"Mi regali un pidhc eihcd iwdcub"
"Oh Gesú, amore, mica ho capito...."
"MI REGALI UN IPAAAAAAD?"
"..."
"Eddai papaaaaàààààaàaàaàa...."
"No. Non ci penso proprio. L'iPad è una cosa da grandi"
"E allora perché tu lo usi?"
"Selvaggio, IO sono grande"
Queste erano state le premesse.
Quando la Madre è arrivata a casa, dopo una prima parte di pomeriggio tutto sommato sonnecchiante e tranquilla, comincia il delirio. E' incredibile come alcuni bambini, lui per primo, "soffrano" la presenza di uno dei due genitori. O di entrambi. Capricci, urla e strepiti fino a quando gli animi non si acquietano naturalmente.
Ciò detto, esce con la Madre a comprare le scarpe. La prima domanda che le fa è: "Mamma, perché Karl Marx aveva le scarpe rosse?"
Ieri sera avevo risposto così, qualsiasi altro colore mi sembrava poco appropriato. Lui se n'è ricordato, e visto che erano in tema ha posto alla Madre questa domanda escatologicamente molto interessante ma alla quale lei, ovviamente, non ha saputo rispondere.
Torna a casa con un paio di Geox bianche e blu (numero 31.... mio Dio, ho generato un mostro!) e mi dice che ha comprato le scarpe che respirano... Io credo fermamente che noi stiamo creando una generazione di futuri adulti malati. Ma poi, qualche secondo dopo, mi stupisce dicendomi che a scuola la maestra Emmeti gli aveva fatto vedere un quadro che lui aveva immediatamente identificato come 'L'urlo di Munch'. Io credo fermamente che la generazione di cui sopra potrebbe avere una percentuale di serial killer piuttosto elevata.
Le scarpe le ha ordinatamente riposte (insieme alle altre 40 paia che possiede, nemmeno Imelda Marcos) nella sua scarpiera e tutto contento indovinate cosa fa?
"Papà, mi metti il DVD di spongebob?"
Ma la Madre, come al solito fattiva (non come me che cerco di ciondolare tra il Mac, il divano, il tavolo da pranzo e l'iPad non necessariamente in quest'ordine) e intraprendente, gli dice:
"Selvaggio, facciamo i Muffin?"
Ora, una delle cose migliori che riescono alla madre sono i Muffin. Vengono belli, grandi ma non troppo e decisamente buoni. Così, mette il selvaggio davanti a una cuccuma con dentro l'impasto al cioccolato e una frusta in mano impartendogli l'ordine:
"Gira"
Dopo dieci minuti, l'impasto è grosso modo la metà di quanto fosse in origine, il bambino ha la bocca completamente nera e a breve avrà un violento attacco di scagazza.
Ma se c'è una cosa che il Selvaggio sa fare benissimo è negare anche l'evidenza.
"Ma hai mangiato tutto il cioccolato"
"Io? No"
"Ah no? E allora chi è stato?"
"Spongebob!"

P.S.Come non detto. Si è dimenticata il lievito.

mercoledì 14 settembre 2011

Scarpe rotte eppur bisogna andar....

Le scarpe del Selvaggio.
E' un tema che prima o poi andava affrontato, tanto vale farlo oggi e non pensarci più.
Da quando era piccolissimo, il bambino ha una specie di passione perversa per le scarpe. Siamo a livelli patologici, ho paura che crescendo possa fare del bondage con i lacci delle Adidas.
Oggi ha piantato la seguente grana:
"Papà, voglio andare in villa con le crocs"
"Selvaggio, ci siamo andati ieri in villa con le crocs. Ti ricordi che quando siamo tornati  a casa abbiamo dovuto mettere i piedi nella candeggina?"
"Allora mi metto le crocs con i calzini del Real Madrid"
"In questa casa ci sono 4 cose che non sono ammesse, Selvaggio. E' ora che tu lo sappia: i fascisti, i laziali tranne alcune eccezioni, i tifosi del Real Madrid e quelli che si mettono i calzini sotto le crocs"
"Non è vero!"
"Se vuoi uscire ti metti un paio di scarpe normali e un paio di calzini di stagione, non i calzettoni da calcio. E' CHIARO?"
"No!"
"Bene"
Il padre infuriato si ritira.
Dopo alcuni minuti, il Selvaggio si presenta con due scarpe diverse infilate ai piedi.
"E queste?"
"Sono scarpe normali, papà!"
"Sì, ma sono diverse. E poi ti stanno strette"
"Non è vero!"
"CAMBIATI SUBITO LE SCARPE. ADESSO!"
"Ho detto di nooooooooooo!
Queste scene sono grosso modo all'ordine del giorno, nella casa del Selvaggio. E spesso riguardano anche i pantaloni, le magliette e le camicie.
Stasera, per fare due chiacchiere, ho cercato di spiegargli chi era Karl Marx. Sì, forse un tantino complesso come argomento di conversazione con un bambino di 4 anni. Però alcuni principi basilari li ha capiti: che siamo tutti uguali, che tutti i bambini del mondo devono avere la possibilità di giocare, che tutti i papà del mondo devono avere la possibilità di guadagnare abbastanza per portare da mangiare a casa, ecc ecc.
Poco prima di andare a letto, mi guarda con aria intensa e fa:
"Papà, di che colore aveva le scarpe Karl Marx?"

martedì 13 settembre 2011

Papà, cosa ha detto la maestra?

La giornata comincia, al solito, col buio.
Uno si abituerebbe, se non fosse che il Selvaggio, alle 2 di notte tutte le notti, ha la pretesa di entrare (quatto quatto o di gran carriera o urlante, non fa differenza) nel nostro letto.
Ora, siccome evidentemente io sono più 'morbido' di sua Madre, la scelta del bambino è quella di buttarsi completamente addosso al sottoscritto. Che dorme le ultime 2 ore del suo meritato e brevissimo sonno in un susseguirsi di "Togli quella gamba!", "Metti giù la mano!", "Selvaggio, adesso te ne torni in camera tua!".
A proposito, mai minacciare se non sei in grado di mantenere. Altrimenti, appena tornati a casa dopo una giornata spossante, ci si può sentire dire:
"Papà, hai visto che sono rimasto nel lettone? Chi è che comanda adesso, eh??? Chi???". Gesù...!
In redazione, a metà mattinata, arriva la Madre con una vaschetta di bresaola e una di fesa di tacchino. Abbiamo iniziato la dieta Dukan, nei prossimi giorni vi riferirò. Ingurgito tutto, lavoro un'altra oretta e me ne vado.
Oggi c'era da vedere un'altra casa. Non dirò nulla in proposito, nemmeno sotto tortura, perché sono scaramantico (obiettivamente è molto carina)
Ma il bello è venuto dopo: il colloquio con la maestra che sembra essere l'unica persona che il Selvaggio teme.
"Non voglio andare a scuola dalla maestra Emmeti, non voglio, è brutta e cattiva, non vogliooooooooo!". Scena che da alcuni giorni, a detta della Madre, si ripete tutte le mattine.
In realtà una spiegazione c'è. La maestra dello scorso anno, alla quale lui era molto affezionato, aveva due tette enormi dentro le quali lui e tutti gli altri bambini si tuffavano appena potevano.
Tutto suo padre, incredibile! (maestra Panna, ti prego di perdonarmi se mai dovessi leggere questo blog).
In ogni modo, la maestra Emmeti mi ha detto che il Selvaggio, a scuola, è un bambino tranquillissimo, che si applica, è educato con gli altri bambini e rispettoso con gli insegnanti!!! Al mio incredulo strabuzzare gli occhi, la conferma:
"Te lo assicuro, è sempre il primo a fare tutto, è bravissimo".
Mah.... è anche vero che erano tutti convinti che Stephen Griffiths fosse un normale criminologo.
Tornato a casa, la domanda:
"Papà, di cosa avete parlato con la maestra Emmeti?"
"Secondo te?"
"Di me, vero?"
"Tendenzialmente sì, ma anche dello spread tra Btp decennali italiani e Bund tedeschi (che come saprai oggi ha toccato i massimi da quando esiste l'euro) ma non ci siamo trovati d'accordo e alla fine io dovrò per forza continuare a pagare la TUA retta"
"Ah, va bene, quindi tutto a posto!"
Grrr....
Nel pomeriggio, dopo una sessione di lotta e circa due ore di Spongebob, arriva l'altro dei suoi migliori amici, Nick. E' un grande, Nick. Tanto il Selvaggio è urlante e agitato, così lui è calmo, posato, rilassato e molto cool. Zazzera bionda e sorriso Colgate. Giocano in camera, e dopo un po' si va tutti e tre in villa. La Madre ovviamente, lavoratrice indefessa, arriverà più tardi. Pallone, altalene, gelato, laghetto, tartarughe, di nuovo pallone. Arriva anche il mio momento perché arriva la Madre, finalmente. Lascio lei, Nick, il Selvaggio e il Tigre (un altro dei suoi numerosissimi e biondissimi amici -a proposito, un amico mi suggeriva che potremmo chiamarli, quando stanno tutti insieme, la Hitlerjugend, e così sarà d'ora in poi-), mi avvio verso casa e, per rilassarmi sapete cosa faccio?
Non ve lo dirò mai!

P.S. Dopo che la Madre gli ha fatto il bagnetto, mentre lo sto vestendo, il Selvaggio ha un impeto di amore filiale:
"Papà, ho deciso di darti un soprannome"
"Ah sì, amore? E quale?"
"Sei il mio pinguino"
"Amore, ma è un bellissimo soprannome"
"mmm....ci ho ripensato. Ti chiamerai Ugo".
Giuro, è tutto vero.

lunedì 12 settembre 2011

Il gattò

Qual è la cosa peggiore per un uomo che possa essere definito tale?
Trovarsi a dover fare da tramite tra sua moglie e La Principessa (la Principessa è la ragazza che sta a casa con noi e che ci aiuta a tenerla in modo che si possa ancora chiamare casa -il motivo del nome sarà oggetto di un altro post).
Tipica telefonata:
"Ciao amore, sono al supermercato, cosa vuoi per cena?";
"Non lo so amore mio, tu cosa vuoi?";
"Mmmmm.... pensavo ad un bel risotto";
"Ah ottimo, che risotto?"
"Al salmone"
Silenzio. Il risotto al salmone è tipicamente femmina, il risotto al radicchio e speck è maschio. Comunque, accondiscendo. Il quieto vivere è importante.
"Va bene, aspetta che controllo se abbiamo tutto";
"Mentre controlli, chiedi alla Principessa se ha fatto il gateau di patate che le avevo chiesto?"
"Sì, amore"
(C'è aria de sveja, come si dice a Roma)
"Principessa, hai fatto il gateau?
"Ancora no ma è tutto pronto, mancano solo le uova"
"Amore, la Principessa dice che mancano solo le uova. Le devi prendere tu"
"LE UOVA? NON HO MAI FATTO UN GATEAU CON LE UOVA"
.........

Two is megl' che one?

E' da qualche giorno che cerco di capire come fanno i bambini (diciamo fino ai 7-8 anni) a rimanere occupati con la stessa identica cosa per ore e ore....
Ad esempio il Selvaggio, che oggi è accompagnato da un amichetto tanto caruccio, sono 3 ore che fa andare su e giù una macchinina. Niente di strano, direte voi. Certo che no, rispondo io. Anzi, sono momenti di pace che si contano sulle dita di una mano durante la settimana.
Ma ammetterete che è un filo inquietante vedere 'sto cristianuccio che ripete ossessivamente lo stesso movimento....
Oggi niente capo, in uffìcio. Ahhh, fantastico. Relax. E' anche vero però che quando non c'è il capo c'è un sacco di gente che tenta di farlo, il capo.
Generalmente non ci riesce, quindi spesso volano insulti. Niente di particolarmente cruento o grave, sia chiaro. Ma meglio abbaiare ogni tanto che mordere una volta sola.
Càpita che mi venga in mente: cosa farebbe il Selvaggio in una situazione del genere? Probabilmente comincerebbe con la solita scenetta:
"Non ti permettere, sai";
"Vattene suuuubito di là. Ho detto suuuubito";
"Sei stato moooolto cattivo".
Con l'unico risultato di farsi licenziare. Meglio qualche altro anno dalle suore salesiane. O forse no.
In primavera l'azienda per cui lavoro organizza un 'kids day' (mi è venuto in mente perché il piccolo me lo ha chiesto poco fa. Cioè, mi ha chiesto quando si rifarà). Attenzione, non una 'giornata dei bambini', ma proprio un 'kids day'!
E che differenza c'è?, direte voi. In realtà nessuna, rispondo io. Semplicemente ed evidentemente quelli che la organizzano non sono romani. Se lo fossero, saprebbero che è assolutamente insensato (e anche un po' ridicolo) tentare di dare nomi anglofoni ad un evento in cui il commento più frequente è "Ahò" oppure "'ndo vai?" e dove per dirti che il tuo pranzo è pronto c'è una signora che urla come un camionista "Petto di polloooooooooooooo"...
Detto ciò, torniamo al 'kids day', che fino a questo momento è l'unica esperienza che il Selvaggio ha avuto con il lavoro mio e della madre.
Dopo aver visto l'allestimento (scivoli, altalene, gelatai, playstation, gonfiabili -anche qui, incredibile- tutta roba che sembrava uscita direttamente dal paese dei balocchi), l'ovvio e primissimo commento quale può essere stato?
"Da domani voglio venire anche io a lavoro con voi"
"Ah sì?", dico io
"Certo, qui è bellissimo"
"Ma amore, solo oggi qui c'è tutto questo ben di Dio, in genere è un posto squallido pieno di gente incazzata (non ho usato questo termine, ovviamente) che vorrebbe stare ovunque ma non qui. E tu ci vuoi tornare?"
"Sì, è bellissimo"
"Va bene"
La mattina dopo, alle 4, vado per svegliarlo, vestirlo e portarlo in redazione con me, ma rinsavisco di colpo e realizzo che vendicarsi su un bambino per il fatto che ogni giorno che Gesù Cristo manda in terra ci si deve alzare alle 4, forse, è troppo anche per me. Senza contare la reazione della madre.
Al momento in casa ci sono due nani che vengono alle nani mani ogni 8 minuti, grosso modo. L'amichetto (diamogli un nome, lo chiameremo Bigodino, visto che frequenterà queste pagine piuttosto spesso) minaccia continuamente di andarsene perché il Selvaggio non gli presta le sue cose.
Il Selvaggio che gli dice "E vattene, così la smetti di rubare le mie cose"!!!
Io: "Ragazzi, ora smettetela e giocate insieme da bravi"
Selvaggio: "Ma papà, Bigodino vuole rompere tutti i quadri di casa"
Bigodino: "Non è vero, solo quelli del Selvaggio".
Andrè Breton ci andrebbe a nozze, in questa casa.

domenica 11 settembre 2011

Se questa è una festa...

40 bambini;
55 genitori;
i nonni;
io;
la madre;
le sorelle;
gli animatori;
il carretto dei popcorn;
4 torte;
160 panini al latte ripieni;
un centinaio di pizzette;
i rustici;
circa 30 litri di bevande;
i festoni;
i palloncini ad aria;
i palloncini ad elio;
una macchina fotografica da 4 kg;
le bende da pirata;
le spade;
i tatuaggi;
due quintali di regali;
ROMA-CAGLIARI 1-2.

Mi pare che per un pomeriggio solo ce ne sia abbastanza.
Buonanotte a tutti.

sabato 10 settembre 2011

Nessuna lacrima nello scrittore, nessuna lacrima nel lettore.

La giornata sembrava essere cominciata tranquilla.
Sveglia sul tardi, suoceri in arrivo con vettovaglie e alimenti da persone civili e il Selvaggio che pareva quasi un essere umano.
Subito però c'è stata una brusca, bruschissima accelerazione. Si va a vedere una casa.
Piccola, piccolissima, praticamente una casa dove anche il solo Selvaggio starebbe stretto. Lo sapevamo, non ci dobbiamo abitare, servirebbe ad altro.
Entriamo, e quando ci viene comunicato il prezzo per quella 'camera e cucina' ci sono le seguenti reazioni:
1) mia moglie si ricorda all'improvviso che deve assolutamente andarsi a fare il manicure. E' imprescindibile, deve proprio andare. Quindi sgattaiola via, urlando un "ci vediamo dooopooo" e se ne va;
2) mio suocero si fa tutto rosso e comincia, praticamente, a insultare la povera agente immobiliare che, credo, immaginava un sabato diverso;
3) mia suocera si freeza (verbo derivato dal sostantivo freeze, quando in televisione l'immagine si blocca del tutto). Bocca semiaperta, sguardo nel vuoto, borsetta stretta al petto come se la povera agente immobiliare la volesse rapinare di lì a pochissimo;
4) mio figlio mi chiede di fare 'il boxe'. Sarebbe a dire che vuole gonfiarmi di botte come se non ci fosse un domani;
5) io faccio finta di niente e vado a vedere i marmi del bagno.
Quindi niente casa.
Dopodiché comincia l'incubo vero. Domani è la festa del bambino (piiiccolo lui....), che si aspetta una specie di Full Moon Party con tanto di hascisc, anfetamine e sesso libero. In realtà sarà una festa a tema 'Pirati', quindi scappa per tutta la città a recuperare le ultime cose, vai ad accompagnare il bambino alla festa di una compagna di scuola, schizza a far gonfiare i palloncini (ora voi immaginatevi due persone adulte che camminano per strada con una decina di palloncini con i teschi, un galeone gonfiabile  e un altro palloncino con sopra la faccia di un pirata), torna a casa dove la madre è da stamattina alle prese con torte, rustici e babbà, corri a prendere le pizze perché "mica vorrai usare la cucina stasera, sei pazzo?", scendi in garage per caricare in macchina i pacchi per domani "così risparmiamo tempo, no?"......
C'è stata però una parentesi felice, in questa giornata delirante: intorno alle 20 mi siedo al computer e comincio -è una specie di rito scaramantico, visto che domani c'è l'esordio- a guardare su youtube vecchi video della Roma, soprattutto l'Olimpico che canta. Il Selvaggio, quatto quatto e con ancora la bocca unta di pasta in bianco, si avvicina e dice: "Che guardi?" "Guardo la Roma, amore" "Posso guardare anche io?" "Ma certo!" Si siede sulle mie gambe e si trasforma in un ultrà!!!
Comincia a urlare come un pazzo "Forza Romaaaaaa" (appena appena incitato da me, devo ammettere). Ogni tanto c'è un tentativo di infiltrazione emotiva da parte del nonno. "Forza Napoli!" "Nooooooooo, bruttoooooooooo...forza Romaaaaaa" e giù lacrime a fiumi.
E, scusatemi se sembro cattivo, è la prima volta in vita mia che sono contento delle lacrime di un bambino.