lunedì 12 settembre 2011

Two is megl' che one?

E' da qualche giorno che cerco di capire come fanno i bambini (diciamo fino ai 7-8 anni) a rimanere occupati con la stessa identica cosa per ore e ore....
Ad esempio il Selvaggio, che oggi è accompagnato da un amichetto tanto caruccio, sono 3 ore che fa andare su e giù una macchinina. Niente di strano, direte voi. Certo che no, rispondo io. Anzi, sono momenti di pace che si contano sulle dita di una mano durante la settimana.
Ma ammetterete che è un filo inquietante vedere 'sto cristianuccio che ripete ossessivamente lo stesso movimento....
Oggi niente capo, in uffìcio. Ahhh, fantastico. Relax. E' anche vero però che quando non c'è il capo c'è un sacco di gente che tenta di farlo, il capo.
Generalmente non ci riesce, quindi spesso volano insulti. Niente di particolarmente cruento o grave, sia chiaro. Ma meglio abbaiare ogni tanto che mordere una volta sola.
Càpita che mi venga in mente: cosa farebbe il Selvaggio in una situazione del genere? Probabilmente comincerebbe con la solita scenetta:
"Non ti permettere, sai";
"Vattene suuuubito di là. Ho detto suuuubito";
"Sei stato moooolto cattivo".
Con l'unico risultato di farsi licenziare. Meglio qualche altro anno dalle suore salesiane. O forse no.
In primavera l'azienda per cui lavoro organizza un 'kids day' (mi è venuto in mente perché il piccolo me lo ha chiesto poco fa. Cioè, mi ha chiesto quando si rifarà). Attenzione, non una 'giornata dei bambini', ma proprio un 'kids day'!
E che differenza c'è?, direte voi. In realtà nessuna, rispondo io. Semplicemente ed evidentemente quelli che la organizzano non sono romani. Se lo fossero, saprebbero che è assolutamente insensato (e anche un po' ridicolo) tentare di dare nomi anglofoni ad un evento in cui il commento più frequente è "Ahò" oppure "'ndo vai?" e dove per dirti che il tuo pranzo è pronto c'è una signora che urla come un camionista "Petto di polloooooooooooooo"...
Detto ciò, torniamo al 'kids day', che fino a questo momento è l'unica esperienza che il Selvaggio ha avuto con il lavoro mio e della madre.
Dopo aver visto l'allestimento (scivoli, altalene, gelatai, playstation, gonfiabili -anche qui, incredibile- tutta roba che sembrava uscita direttamente dal paese dei balocchi), l'ovvio e primissimo commento quale può essere stato?
"Da domani voglio venire anche io a lavoro con voi"
"Ah sì?", dico io
"Certo, qui è bellissimo"
"Ma amore, solo oggi qui c'è tutto questo ben di Dio, in genere è un posto squallido pieno di gente incazzata (non ho usato questo termine, ovviamente) che vorrebbe stare ovunque ma non qui. E tu ci vuoi tornare?"
"Sì, è bellissimo"
"Va bene"
La mattina dopo, alle 4, vado per svegliarlo, vestirlo e portarlo in redazione con me, ma rinsavisco di colpo e realizzo che vendicarsi su un bambino per il fatto che ogni giorno che Gesù Cristo manda in terra ci si deve alzare alle 4, forse, è troppo anche per me. Senza contare la reazione della madre.
Al momento in casa ci sono due nani che vengono alle nani mani ogni 8 minuti, grosso modo. L'amichetto (diamogli un nome, lo chiameremo Bigodino, visto che frequenterà queste pagine piuttosto spesso) minaccia continuamente di andarsene perché il Selvaggio non gli presta le sue cose.
Il Selvaggio che gli dice "E vattene, così la smetti di rubare le mie cose"!!!
Io: "Ragazzi, ora smettetela e giocate insieme da bravi"
Selvaggio: "Ma papà, Bigodino vuole rompere tutti i quadri di casa"
Bigodino: "Non è vero, solo quelli del Selvaggio".
Andrè Breton ci andrebbe a nozze, in questa casa.

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