venerdì 30 settembre 2011

The punishment

E' il mio 30esimo post, e bisogna festeggiare. E quale modo migliore di un bel merluzzo bollito per cena? Poco fa un amico, chiacchierando su Facebook, mi ha chiesto:
"Che fai, Yoccheggi anche stasera?"
"Non ci penso per niente", rispondo io "Stasera pesce". Bleah!
Dovete sapere che oggi il Selvaggio è stato messo in punizione dalla Madre, perché ha fatto storie quando si trattava di andare a scuola. Mi ha detto che mentre lo rimproverava il bambino, (sempre 4 anni, non è che è cresciuto di dieci in una notte) si metteva le dita nelle orecchie producendo questo suono :
"Lalalalalalalalalalalalalalalalalalalalalaalalal". Quindi punizione e per due giorni senza televisione. E basta! Punizione in realtà subito sospesa dal sottoscritto per motivi che non starò qui a spiegarvi. Non potete sapere quanto si è incazzata la Madre. Con me, dico...
Stamattina, dopo essere uscito dall'ufficio, mi arriva una telefonata che recita in questo modo:
"Vieni da F., sono qui che chiacchiero. Mi prendi e andiamo a fare la spesa".
Ora, direte voi, cosa c'è di meglio alla fine di una settimana di lavoro intenso che andare a spendere un paio di cento euro al supermercato?
Tra l'altro, come tutti saprete, fare la spesa in regime di dieta costa esattamente il doppio del solito.
Come funziona, mi devono spiegare. Uno mangia delle cose che fanno veramente schifo e costano pure molto di più di quelle buone. Mah..
Pranziamo, e a un certo punto la Principessa dice una cosa che non avevo mai nemmeno immaginato potesse essere detta. Piccolo antefatto: si è fatta uno scatolone con dei vestiti che spedisce al suo Paese, ai parenti. E' uno scatolone mooooolto voluminoso, quindi ha chiamato due suoi connazionali (la Principessa è filippina, non so se ve lo avevo detto) che sono arrivati verso l'ora di pranzo. Lei gli dà il collo e tornando in sala da pranzo se ne esce con un:
"Umpf....uno dei due era pure NEGLO!"
Le mascelle mie e della Madre cadono rotolando sul pavimento, e al rumore di ossa spezzate la Principessa rinsavisce di colpo e tenta di riparare:
"Vabè, aveva la pelle scula".
"Ok Principessa, abbiamo capito".
Oh Gesù, ma dov'è finita la servitù di una volta?
All'uscita di scuola F, la mamma di Nick, si offre di portare il selvaggio a casa sua per farli giocare insieme (contenta lei, dico io, a me va benissimo).
Scene di isteria collettiva tipo un concerto dei Doors. Ci mancava poco che il Selvaggio si mettesse a cantare 'The End'.
Ma, camminando verso casa di Nick, arriva la domanda fatidica del Selvaggio a F:
"Ma Flu è a casa?".
"No, selvaggio, mi dispiace. E' da un'amichetta"
E succede. Il viso solitamente sereno del Selvaggio si chiude in un arricciamento dovuto alla tristezza tipo così. Dura poco, forse tre secondi, ma è l'espressione più sconsolata che io abbia mai visto da quando mi è capitato (per sbaglio) di guardare Love Story.
Quando lo vado a riprendere lui mette (anzi, tenta di mettere) in scena una crisi isterica:
"Non me ne voglio andare cattiiiiiiiiiiivooooooooooooooooooo"
"Selvaggio, o andiamo a casa o Flu non te la faccio vedere mai più. Facciamo i Capuleti e i Montecchi al contrario"
Subito vestito con le scarpe, vicino alla porta.
"Papà, io vengo via, ma Capulecchi è una cosa brutta?"

giovedì 29 settembre 2011

Casa, dolce casa...

Ah-ah. Pensavate che la mia vita e quella del Selvaggio fossero tutte rose e fiori, vero?
Bè, non è così. Oggi, qui a Roma, ci sono i nonni. Da parte di Madre, ovviamente.
Ora, i nonni da parte di Madre, nonna L. e nonno G, stanno cercando casa a Roma. Potete capire il mio stato d'animo. Per carità, gli voglio bene come se fossero i miei genitori, ma credo fermamente che un genero debba vivere lontano dai suoceri, vederli saltuariamente e fargli gli auguri per tutte le feste, comandate e non.
No, scherzo. Mi farebbe immensamente piacere averli vicini. Io amo gli ultrasessantenni (mia suocera in realtà ne ha 19 e mezzo e nemmno li dimostra) come amo i bambini.
Comunque, nonna L. e nonno G. sono in cerca di una casa a Roma. Piccola, dove un giorno possano vivere core a core vicino alla loro bambina e al nipotino adorato.
Quindi oggi ci siamo messi a cercare case. Ho fatto, credo, 15 telefonate. Ne abbiamo vista una.
Una nuda proprietà con dentro una 79enne che stava molto meglio di me, di mia suocera e pure del Selvaggio. Era solo un po' sorda, tanto che abbiamo messo le tende sotto il portone perché non sentiva il citofono.
Caruccia, stava lì buona buona davanti alla televisione e non diceva una parola. Che tenera..
Ovviamente mentre non rispondeva al citofono io ho subito pensato che forse era morta PROPRIO in quel momento e la nuda proprietà non sarebbe più stata nuda.... Pio desiderio, ovviamente.
Mio suocero ha sbraitato un po', perché dice che le nude proprietà portano sfiga. Non ha torto, in effetti. Chi non conosce casi in cui il nudo proprietario che ha venduto la casa a 75 anni ha campato fino a 95? Io ne conosco almeno due. Non sarebbe carino essere il terzo.
(Mentre scrivo il selvaggio si dibatte nell'acqua della vasca come una trota salmonata e la Principessa e nonna L. non riescono ad averne ragione. Avete presente come fa una trota salmonata? Voi la tirate su, la poggiate un secondo -ma proprio un attimo- sulla riva in attesa di prendere il coltello per sbudellarla e metterla nell'apposita vasca, e quando vi girate l'infame non c'è più. E' lì in acqua che vi mostra il dito medio. Con il Selvaggio è esattamente la stessa cosa, solo che spruzza molta più acqua in giro della trota salmonata. Di qualsiasi pesce, in realtà).
Quando siamo andati a prenderlo a scuola, il Selvaggio era tutto contento di vedere i nonni. Talmente contento che mi si è rivolto in questo modo:
"Selvaggio, che hai fatto oggi?"
"Umpf..."
"Come, scusa?"
"Umpf..."
"Che mi sta a significare 'Umpf...'?"
"Con te non ci parlo"
"E perché? Che ho fatto?"
"Non mi fai mai un regalo, sei cattivo"
"Ma non è vero, ieri quando sei tornato da Parigi ti ho fatto trovare un Playmobil nuovo"
"Sì, ma era piccolo, quindi sei cattivissimo"
Alla fine di questa scenetta, è andato a prendere un gelato con i nonni. Dopo aver visto la casa e aver annullato l'appuntamento per un'altra nonni e nipote si sono precipitati al parco. Io mi sono rifiutato.
Perché a un certo punto un uomo deve anche saper dire 'No', giusto?
"Emiliano, ci vieni a prendere tra mezz'ora al parco?
"Certo signora, ci mancherebbe"
"Bene. A tra poco"
In Spagna mi avrebbero appellato 'Hombre de Mierda'...
Fatto ciò, via di corsa a fare una fototessera al selvaggio.
"Ne ha bisogno domani a scuola", dice la Madre prima di andare in redazione.
"Non sapevo che per entrare in una scuola materna ci fosse bisogno del documento"
"Quanto sei stupido"
Andiamo a fare 'sta foto, solo che il Selvaggio è troppo basso per lo sgabellino della macchinetta. Quindi la foto viene un tantinello mozzata. Niente di che, ma negli Usa non lo farebbero entrare.


He's back!

Scrivo questo post di nascosto, alle 5.20 di mattina, in attesa che in redazione arrivi il capo. Dovrei fare altro, ma ho sviluppato una dipendenza preoccupante.
Ieri sera è tornato il Selvaggio.
Sono andato a prendere tutta la famiglia all'aeroporto, dove sono arrivato con un'ora di anticipo (pensavo di dover faticare per trovare parcheggio e, in effetti, così è stato) e dove ho aspettato in mezzo a una folla e a una disorganizzazione che sembrava di stare all'aeroporto di Karthoum.
"Dicaaaaa"
"Sì?"
"Le serve una macchina?"
"Guardami bene, ti sembro uno che gli serve una macchina?"
"No, me sembra uno che ci ha bisogno de 'na vita de riserva. Venga che ci ho la SLK"
"Ma vaffanculo, va, te e la SLK!"
Siamo su questo tipo di dialoghi, ormai.
Era fichissimo vedere, appena fuori dal gate degli arrivi, tutti questi autisti in fila uno a fianco all'altro e tutti quanti con in mano un foglio A4 dove, scritto a mano, c'era il nome della persona che aspettavano: Xin Lao Na, Spasskj, Niemar, Kanagasawa, El Mahmud ecc ecc.
Dopo aver passato tutto il tempo possibile nella Feltrinelli di Fiumicino mi avvicino alla porta scorrevole da dove vengono espulsi i viaggiatori in arrivo e dopo 5 minuti mi si propone questa scena.
Il Selvaggio, sorridente, guarda verso il gruppone di persone in attesa. La Madre, con occhi a fessura alla Tex Willer, aspetta di aver agganciato l'obiettivo e appena lo ha individuato (l'obiettivo ero io, se mai qualcuno non avesse afferrato) spara il suo proiettile (il bambino). E torna dentro urlando:
"Vado ad aspettare la valigia, tu vai da papà"
Il Selvaggio mi abbraccia come se la nostra vita fosse stata questa:
"Papà, mi sei mancato tantissimo"
"Anche tu, piccolo"
"Ora staremo insieme tutti i giorni, vero?"
"Bè, è proprio necessario tutti i giorni?"
"Vabbè, tranne il mercoledì che vado a nuoto"
"Ottimo"
Sulla macchina per tornare in città, tra un racconto e l'altro si sente una vocina:
"Papà, lo sai chi è il Presidente della Repubblica?"
"Chi è amore?"
"Francesco Totti!"
Paris, je t'aime!

martedì 27 settembre 2011

Boooooombaaaaaaaaa....

E così, continua la vita da single senza figli. Oggi workshop di fotografia con loro molto istruttivo.
Il Selvaggio, che onestamente comincia decisamente a mancarmi, oggi mi ha telefonato. E mi ha raccontato  che ieri, a Eurodisney, ha fatto dei giochi bellissimi.
"Papà, ti rendi conto?"
"Di cosa mi devo rendere conto, amore?"
"Sono andato su un aereo spaziale e ho ucciso tutti i bambini che erano nel cielo con me"
"Ah. E mamma?"
"No, mamma no"
"E nonna L.?"
"Sì, perché lei era rimasta a terra ed è stata bruciata dalle mie bombe incendiarie"
"Ho capito, amore, e senti una cosa: c'è uno psichiatra infantile bravo da quelle parti? A me sembra che ce ne sia uno molto rinomato dalle parti delle Halles"
"Un che?"
"Niente, amore, niente. Oggi cosa fate?"
"Oggi facciamo shopping, perché qui a Parigi è la Giornata dell'Adulto"
Pensate a cosa possono arrivare le menti malate di una madre e di una nonna insieme.
"E, amore, cosa vuol dire shopping?"
"Che uno entra in un negozio e vince tante belle, bellissime cose. Vado a vincere. Ciao papà!"
Ciao. Torna presto.

lunedì 26 settembre 2011

L'ozio è lo zio dei vizi

mmm....dunque...da dove posso cominciare? Devo esprimere un concetto fondamentale ma non riesco ad articolare parole che siano consequenziali al pensiero....vediamo....niente...  AH! ECCO!
Oggi non ho fatto veramente un cazzo!
Che spettacolo! Rientrato dal lavoro alle 12, pranzo (scarso, ovviamente), un paio d'ore di sonno e, complice qualche goccia di pioggia caduta su Roma, me ne sono stato bello bello tipo gatto tra il letto, il divano e la scrivania...
Oggi pochissime notizie dal Selvaggio, che essendo andato a Eurodisney ha avuto ovviamente pochissimo tempo per il suo vecchio padre.
Ha rischiato di farsi sul serio male, ma la colpa è chiaramente della Madre, mica sua.
Lo ha portato sulle montagne russe e mi ha raccontato di essere uscito più o meno di questo colore....
Ma la colpa non è nemmeno della Madre, alla fine. E' mia che li lascio andare.
Detto ciò chiudo. Post breve perché, pensate un po', devo andare a cena da B e M.
Anche stasera fuori (in realtà siamo sullo stesso pianerottolo, non vorrei passare per mondano eh..)!
Ho paura di abituarmi.
E come mi scrisse una volta un collega da Sabaudia, al mare mentre io lavoravo e morivo di caldo a Roma: SCUSATE, SCAPPO, NON SIA MAI FINISCE LA MENTA PER IL MOJITO!
Mamma mia che vita, ragazzi!

domenica 25 settembre 2011

Il giorno libero

Chiedo scusa.
Avevo annunciato che non sapevo se questo blog sarebbe sopravvissuto alla partenza del Selvaggio, ma in effetti ho scoperto che non posso stare senza quei tre di voi (tra cui la mia mamma) che leggono queste pagine.
Davvero, mi siete mancati moltissimo!
Partiamo dal principio.
Venerdì il Selvaggio e la Madre partono per Parigi. Io cado in uno stato di depressione profondissima a causa del distacco. Avete presente quando una madre partorisce e poi sta male perché non ha più il pancione? Ecco, uguale. Sono stato costretto, venerdì sera, ad andare a cena fuori con degli amici e, pensate, perfino a interrompere la dieta.
La mattina di sabato mi sono svegliato con in gola un groppo che non vi immaginiate nemmeno. Non c'era lui accanto a me. Non avevo nemmeno un livido o un'ammaccatura per le legnate che solitamente mi rifila di notte. Non avevo le braccia e il collo indolenziti per aver dormito tutto rannicchiato in un angolo del letto, perché il letto lo avevo avuto tutto a mia completa disposizione.
Sono traumi, ragazzi. Non bisogna sottovalutare queste cose.
Decido, quindi, di partire per Verona dove un gruppo di miei amici on il quale condivido la passione per la fotografia si sarebbe riunito per un pranzo e qualche ora insieme (non è vero, avevo deciso già da qualche giorno ma la decisione improvvisa dovuta al mal di vivere è funzionale al racconto).
Il mio amico Ciddì, grande fotografo che abita a Padova, capisce il mio stato d'animo e si dichiara disponibile ad ospitarmi per la notte a casa sua. Insieme alla sua signora e al suo splendido bambino si prende cura di me, mi fa mangiare come un porco all'ingrasso, mi porta a prendere il gelato e poi mi mette a letto. Vorrebbe anche fare del sesso mentre sua moglie dorme ma io declino l'invito. Con signorilità, ma declino.
SCHERZO!!!! Paura, eh???
Stamattina ci mettiamo in macchina verso Verona. Io sono ancora gravato da un enorme carico di tristezza, la nebbia della pianura padana assomiglia molto a quella che pervade il mio cuore (giornata bellissima, per altro). Arrivati alla stazione di Porta Nuova grazie all'iPad (Ciddì aveva paura di perdersi e giustamente si è affidato alle nuove tecnologie), vediamo in lontananza un gruppo di personaggi inquietanti con le macchine fotografiche al collo. Alcuni ne avevano anche DUE!!!
"'azz.....sono sbarcati i giapponesi, andiamo via. Corri!"
"Ma no, Ciddì, sono i nostri amici quelli"
"Ma dài? Hai visto quanti bambini ci sono?"
"Ma no, quelli sono Tillamilla e il Maestro Mod"
"Ah..."
In trenta (forse di più) cominciamo a camminare verso il centro e a chiamarci l'un l'altro a gran voce per le strade solitamente tranquille della città di Giulietta e Romeo.
I veneti, si sa, sono persone a modo.
E gli piace, in genere, che la gente non rompa troppo i coglioni.
Al quinto "Ahò", "Belìn" e "Ostrega" hanno cominciato a guardarci male. Tanto che la proprietaria di un bar dove ci siamo fermati per rifocillarci borbotta:
"Ma non finite mai? Dài che ci ho da lavorare".
Dopo tre fotografie decidiamo che è arrivato il momento di andare a pranzo. Ci facciamo un sacco di risate e, per 25 euro, mangiamo come portuali di Mazara del Vallo dopo che hanno scaricato il pescato di venticinque barche.
In tutto questo la mia depressione andava migliorando, non pensavo più al Selvaggio e alla Madre che si stavano divertendo nella Ville Lumiére alla facciaccia mia, finché non mi arriva il seguente sms:
"Il Selvaggio a una coppia di ciccioni napoletani in fila per salire sulla Tour Eiffel: ehi voi! State giù, siete troppo pesanti. Se salite ancora la punta si spezza!"
A quel punto la mia depressione è finalmente passata del tutto e ho cominciato a pensare che ognuno, anche a Parigi e anche se ha solo 4 anni, ha diritto di dire quello che pensa.
Meno male però che io non c'ero, pensate che figura di fango...
Poco più tardi altra comunicazione della Madre:
"Selvaggio, lo sai perché si chiama Tour Eiffel?"
"Certo che lo so mamma, ma per chi mi hai preso?"
"Ah, scusa. E perché si chiama così?"
"Perché è di ferro"
"E che c'entra che è di ferro?"
"Tour 'e fierr'...ma che sei stupida?"
Dal suo punto di vista ha una logica. Soprattutto pensando alle ascendenza del bambino.
Ora sono sul treno, ho passato una bellissima giornata con tanti amici che mi hanno aiutato moltissimo ad attraversare questo brutto periodo. Ora però torno a Roma dove mi aspetta la mia vita, il mio lavoro, la mia casa...
Prima però, stasera, c'è la festa di B.
PEPE-PEPEPEPE-PEPE-PEPEPEPE-PEPE-PEPEPEPE-PEPE
Niente invidia, mi raccomando.

venerdì 23 settembre 2011

Hic sunt sorellines!

Il Selvaggio è partito.
Oggi pomeriggio culturale con le Sorelline e visita al Colosseo.
Sorellina 1: "Papà, che ci facevano qui dentro?"
"Combattevano i gladiatori tra di loro o contro le fiere"
"Tipo la Fiera di Roma?"
Sorellina 2: "Papà, ma uno perché deve stare in galera tutta la vita?"
"Bè, succede solo in circostanze molto gravi"
"Tipo quando?"
"Non so, quando uccidi un'altra persona, per esempio"
"E se la persona che hai ucciso è un vecchio?"
"Vai in galera lo stesso"
"E perché? I vecchi non sono più utili all'ambiente"
Questi sono solo alcuni dei dialoghi che si sono svolti oggi pomeriggio.
Tra l'altro ho scoperto che Sorellina 1 è bravissima a fare una cosa: piange a comando. Giuro, proprio a comando. Agli attori devono mettere le lacrime finte, lei invece fa da sola. Ha un futuro, almeno.
Amo moltissimo tutte e due e vi giuro che un altro giorno vi racconto tutto e scriverò un post chilometrico.
Ora però devo andare, visto che la famiglia è in vacanza io VADO A CENA FUORI.
Ciaoooooooo

giovedì 22 settembre 2011

L'arte, le suore e l'uomo bruciato

Io non sono credente. Voglio dirlo chiaramente prima e spazzare il campo da ogni equivoco. Ciò non toglie che il Selvaggio va a scuola dalle suore. Per la precisione suore Salesiane. Berlusconi, invece, è andato dai Salesiani, maschi. Forse è per questo che ha tutti 'sti problemi con le donne.
Comunque, oggi c'è stata la prima assemblea dell'anno a scuola. E io, ovviamente, non potevo mancare nel modo più assoluto.
In realtà la Madre mi ha detto:
"Ma dài, rimani a casa a riposarti"
"Come no. Io sto sempre in giro per feste, parchi e ville e quando c'è da fare la cosa 'importante' me ne sto a casa? Ma stacci tu a casa"
Così, lasciamo il Selvaggio con la nonna L e Nick, il suo amico, e andiamo verso l'assemblea.
Dunque, arriviamo nella sala riunioni della scuola (un caldo tropicale, le suore non hanno l'aria condizionata perché, pare, allontana da Dio) e ovviamente ci sediamo in primissima fila. Praticamente in braccio alle suore. Tutte carucce, tutte pettinate e vestite di bianco. Si chiamano Suor T. (la Direttrice) e Suor S. (la maestra). Poi ci sono le laiche, che già conosciamo, la maestra Emmeti e la maestra Panna.
Tutto ha inizio con una introduzione di Suor T che, dopo una breve preghiera di introduzione, fa questa premessa:
"Voglio fare una breve riflessione".
Di fronte a lei c'erano almeno quattro fogli di quaderno scritti a mano fitti fitti che sembravano compilati da un amanuense del dodicesimo secolo. Mi sono predisposto con animo leggero ad ascoltare, ho allungato le gambe e Suor T ha potuto cominciare.
Il concetto (che cerco di estrinsecare in maniera concisa) era più o meno il seguente:
1) l'amore è gratis (lei diceva "è gratuìto", con l'accento sulla i);
2) siamo tutti opere d'arte;
3) siamo tutti unici ma non assoluti (condivido, cribbio!);
4) i bambini hanno bisogno di silenzio!!!! Ci potete credere? Ho pensato che stesse scherzando ma poi, riflettendo per bene e senza preconcetti, ho afferrato che forse aveva ragione. Se i bambini non stanno un po' da soli con loro stessi, difficilmente concedono ai genitori la stessa cosa;
5) c'è stato il racconto (o parabola) con tutta la questione del getsemani ecc.
Durata della "breve riflessione" circa 40 minuti.
Senza pause, caffè o battute spiritose che avrebbero potuto alleggerire il tutto.
Dopodiché è stato il turno di Suor S.
Vi devo confessare che non ho capito quasi nulla di quello che ha detto. Ma non per colpa sua, è che avevo esaurito le scorte di attenzione con Suor T.
Anche lì, stavamo per raggiungere diversi record del mondo in quanto a durata.
Poi hanno parlato le laiche, cominciando da Emmeti (ha un po' l'aria da kapò, Emmeti. Bionda, alta, grossa più o meno come me e molto molto autoritaria). Ci ha spiegato il programma e le attività che a cui i bambini prenderanno parte quest'anno, ci ha detto che il lunedì e il giovedì devono andare con la divisa e gli altri gironi col grembiule. Ovvio che la Madre si confonderà da subito, e quando tutti avranno il grembiule bianco tutti carini, il Selvaggio starà con quella tutaccia blu. E viceversa.
Dopo un paio d'ore, finalmente, ci hanno liberato. Siamo arrivati a casa e il Selvaggio stava ancora giocando con Nick.
Dopo poco Nick se ne va, doccia e pigiama in attesa di Roma-Siena. Sul divano, gli dico:
"Sai che siamo andati a parlare con le maestre, oggi?"
"Sì lo so, me l'ha detto mamma"
"Ah, e cosa ti ha raccontato?"
"Che un uomo è andato a fuoco e si è tutto bruciato, come se si fosse.....ecco...bruciato".
Io ho molta paura.

P.S.: domani il Selvaggio e la Madre partono. Vanno 5 giorni a Parigi con nonna L. Non so se il blog sopravviverà

mercoledì 21 settembre 2011

Un pomeriggio....intenso..!

Argh!...ciaf!...sock!..."Fermo!", "Spingi!", "Tira!".
Sembra di essere su un ring durante la prima ripresa del campionato del mondo dei pesi massimi, invece trattasi di spogliatoio della piscina del quartiere.
Primo giorno di nuoto per il Selvaggio. Se ricordate il post di esordio, aveva esultato come se avesse fatto gol nella finale di Champions solo perché lo avevano messo con i bambini grandi. E continuava a chiederlo a sé stesso e a me, come se non ci credesse nemmeno lui.
Oggi arriviamo in piscina (c'è anche la Madre, incredibile eh? Tale la disabitudine ad averla vicina in queste occasioni che un paio di volte l'ho chiamata Mario), lui si fa svestire, mettere il costume, la cuffia e l'accappatoio con una serietà e una disciplina degne di migliore occasione. Pronto a bordo piscina, arriva la maestra. Lui la prende per mano, neanche saluta e si avvia verso l'acqua. Noi, da bravi genitori orgogliosi e un filo ansiosi, ci mettiamo dietro ai vetri per controllare che tutto vada per il verso giusto.
"Amore, forse possiamo anche spostare il naso da questo vetro, non credi?"
"Perché? Tanto che dobbiamo fare?"
"Bè, magari una chiacchierata, visto che ci vediamo solo ai cambi turno in redazione"
"Perché, non possiamo chiacchierare stando qui?"
"Sì, magari se smetti di fare ciao con la manina e ti togli dalla faccia quel sorriso ebete riusciamo anche a scambiare due parole"
"Umpf....il bambino non ha shampoo e bagnoschiuma. Vai a comprarli!"
"Va bene, amore. Vado!"
Torno dopo 5 minuti e indovinate dove la trovo? A bordo piscina, tutta urletti e "Vai, amore, vai", che mi hanno fatto pensare che se IO fossi stato Mario sarebbe stato meglio.
Dopo il nuoto c'è la festa del Tigre. Ve lo ricordate? E' un altro degli amici del Selvaggio. E' un bambino adorabile, ma ha sempre le sopracciglia puntate in giù a formare una specie di V. Avete presente?
Anche lì 40 bambini ma almeno lo spazio dove potevano correre e fare danni era praticamente sconfinato. Il problema serio è che queste feste sono frequentate quasi esclusivamente dalle madri.
In special modo quelle durante la settimana. Io, generalmente, sembro un po' lui. Tranne per gli occhiali.
Ma siccome  oggi la Madre si è palesata ho avuto tuuuuuutto il tempo per:
giocare sul castello, fare lo scivolo, la parete di arrampicata, il ponte tibetano, salire nella casetta di legno, fare acchiapparella, nascondino e le capriole.
E quel piccolo paraculo che, quando gli dico:
"Amore, papà è stanco"
"Lo so, ti sei svegliato alle 4, vero?"
"Sì Amore"
"Io alle 8. Giochiamo?"
Sempre meglio che parlare di gravidanze, influenze e mocciolo, non c'è dubbio.

Pensavo di aver stremato il Selvaggio ma no, non è mai VERAMENTE stremato, lui. Prima di andarsene ha voluto fare due giri sul circuito delle macchinine, e ad un bambino che incidentalmente gli è venuto addosso ha detto: "Mi hai colpito, bastardo!". 
Bastardo? Ma dove l'avrà sentito? Non lo saprò mai perché quando è sceso mi sono dimenticato di chiederglielo. 
Tanto, mi avrebbe detto: 
"Ma me lo hai insegnato tu, papà". 
Scommettete?


P.S.: questa qui sopra è la Madre, anch'essa stremata, a metà pomeriggio.

martedì 20 settembre 2011

Ah, le donne...!

Come si può fare?
Il Selvaggio si è innamorato. 
E indovinate di chi? Della sorella di Nick, uno dei suoi migliori amici. 
La chiameremo Flu. E' molto carina, bionda (ma che strano... certo, si deve mimetizzare con il resto della Hitlerjugend...) e, soprattutto, più grande del Selvaggio. 
Qualche giorno fa il bambino torna a casa e ci dà la notizia. In realtà la dà alla Madre, che ovviamente me la riporta immediatamente.
"Mamma, mi sono innamorato"
Io non lo so, non c'ero, ma credo che la Madre abbia avuto grosso modo la seguente reazione: 
"Dimmisubitochièchevuoleportartiviadameseiancorapiccolononpuoiassolutamenteinnamorartièproibito!"
"Ma mamma, è Flu. La sorella di Nick"
"Macosastaidicendotiparehcetiinnamoridellasorelladeltuomiglioreamico?"
"Mamma, ti voglio chiedere una cosa"
La situazione a quel punto stava seriamente precipitando, ma la curiosità della Madre è notoriamente molto più forte della sua capacità di incazzatura, e quindi:
"Cosa?"
"Per favore, non dirlo a Nick!"
"Va bene, non glielo dirò"
E la cosa, più o meno, finisce lì. 
Qualche giorno dopo c'è la festa di un amico di scuola. Posto molto carino, nel verde, con gli animatori che facevano divertire molto i bambini. A un certo punto cominciano le manovre del Selvaggio che come un felino, quatto quatto e senza farsi notare, si avvicina furtivamente a Flu. Piano piano (ci mette mezz'ora) arriva al suo fianco.
Ovviamente, siccome è figlio di suo padre, appena arriva lì il gioco finisce e il gruppo si scioglie. Avrei voluto prenderlo per le spalle, scrollarlo come un dindarolo (in italiano salvadanaio, la metafora è dovuta ad un fatto privato che mi è capitato oggi) e urlargli:
"Ma sei coglioneeeeeeeeeee?" 
Ovviamente non l'ho fatto per tutta una serie di motivi, non ultimo la Madre che, seduta accanto a me, discettava con le amiche di diete, bambini e, indovinate un po'.....? Fidanzamenti!
Durante il week end il Selvaggio è piuttosto circospetto sulla questione, ci gira un po' intorno, la annusa, finché a un certo punto non ce la fa più:
"Mamma, puoi dirlo tu alla mamma di Flu che mi sono innamorato di Flu?"
"Ma amore, perché non lo dici tu direttamente a Flu?"
"Perché no, diglielo tu, ti preeeeegoooo...."
Allora interveNgo io:
"Quando dovevo dire a tua madre che mi ero innamorato di lei mica sono andato da nonna L. o nonno G. (ti immagini? Capelli lunghi, orecchino, di sinistra e della Roma...argh... come ti elimino i suoceri PRIMA di sposare la figlia). Ho preso e glielo ho detto di persona"
"Quale persona?"
"Si, vabbè...."
Ma il clou arriva oggi. Lo vado a prendere a scuola, fuori dalla quale incontro la  madre di Nick, i bambini vengono fuori e il Selvaggio e Flu escono praticamente insieme.
Il dialogo tra i due è il seguente (in realtà non è un dialogo ma una domanda):
Flu: "Selvaggio, vuoi venire a giocare da noi? Oggi siamo liberi"
Lui che fa? Mi guarda, diventa viola, stringe gli occhietti, alza gli zigomi e in un sussurro dice:
"Papà, per favore andiamo a casa?"

lunedì 19 settembre 2011

Tiè!

Oggi, per la prima volta quest'anno, il Selvaggio è uscito da scuola alle 16. Non vi dico, io da mezzogiorno alle 16 in totale relax sul divano davanti alla Tv. La Madre ha dormito, avendo finito di lavorare alle 7. Non che questo (dormire, dico) le abbia fatto bene....
Quando lo andiamo a prendere, il bambino è un filo nervoso. Dopo 8 ore a scuola, c'è da capirlo.
"Non voglio venire a fare la spesa, voglio andare a casa SUBITOOOOOO" e via di questo passo.
Ma è bastata la parola magica CENTROCOMMERCIALE (tutta una parola non a caso), che un sorriso gli si è stampato sulla faccia, è salito sul suo seggiolino in macchina e ha cominciato a strepitare:
"Andiamooooo, che fate ancora qui?"...
Durante il viaggio ha preteso di ascoltare trecentoventisei volte questa canzone. E' molto bella, ma ditemi voi se un bambino di 4 anni può andare a ruota in questo modo.
(Ah, tra l'altro la canzone non è nemmeno la sua, ma della moglie e della cognata. Siccome però nessuno la voleva pubblicare, lui ci ha fatto aggiungere un po' di fiati stile Mexico ed è diventata un successo... eh, il genio è il genio...)
E al supermercato ha ovviamente voluto il carrello a forma di automobile. Non è normale che un carrello a forma di automobile costi 4 euro, dico io. Ma tant'è.
In realtà ne costa due, solo che mi sono dimenticato di andarmi a riprendere gli altri due che avevo versato di cauzione.
Ha bevuto tre fruttoli e mangiato un pacchetto di patatine mentre La Madre ed io spendevamo centinaia di euro per fare una spesa pro e non contro la dieta. Fatta la spesa ha voluto fare cinque giri sulle scale mobili, da sopra a sotto e da sotto a sopra.
Scendiamo nel parcheggio, ovviamente ci mettiamo mezz'ora per trovare la macchina e attacca la litania delle 18:
"Papà, posso andare a casa di Bigodino adesso quando torniamo?"
"Amore, mamma ti ha già detto di sì (non so perché)"
"Ah.... ma posso andare a casa di Bigodino?"
"Ti ho appena detto di sì"
"Ah....mamma, posso andare a casa di Bigodino?"
"Selvaggio, ma ti sei bevuto il piccolo cervello che ti ritrovi nella scatola cranica?"
"Ecco, voi non mi volete mandare da Bigodino, siete CATTIVI"
A quel punto è cominciato l'esorcismo. Avete presente "ESCI DA QUESTO CORPO" ecc ecc. Ecco, tutta la trafila. Fino a quando si è tranquillizzato e io, fermo ad un semaforo e con il ronzio della macchina come sottofondo:
"Selvaggio, ti volevo dire una cosa"
"Cosa, papà?"
"A casa di Bigodino ci vai col CA$£%&@OOOOOOOO"
Tiè.

domenica 18 settembre 2011

Puffiamo?

Ahhhh.... oggi grande, grande, grandissima giornata. Giornata che auguro a tutti i padri/papà.
Si comincia andando a prendere 'le sorelline', così chiamate dal Selvaggio che ogni volta che viene a sapere  che le vediamo diventa una specie di Bulldog sbavante e sbrodolante.
Prese le sorelline ci si dirige verso casa della nonna. La Madre ed io siamo a dieta, quindi ci aspetta un pranzo tutt'altro che abbondante. I bambini, però, non si possono lamentare. Soprattutto perché a fine pasto mangiano un Magnum che fa diventare me un Bulldog.
Durante il pranzo si conversa, sapete com'è. E uno dei concetti che i bambini (tutti e tre) riescono a esprimere è che dentro la pignatta (o pentolaccia) alla prossima festa non ci devono essere quelle schifose caramelle che ci abbiamo messo sabato scorso, ma le smarties e le mm's... Io sono molto preoccupato.
Anche perché il secondo concetto espresso da Sorellina1 è:
"Io da grande voglio avere un bambino ma non voglio un marito. Madre mi spieghi come si fa?"
Ma la cosa assurda di tutto ciò sapete qual è? Che La Madre le fa il DISEGNINO (niente di porno, sia chiaro), che le spiega tutta la questione.
Tutto questo mentre Sorellina2 dice:
"No no, io voglio fare la mamma, avere tanti bambini e non fare niente tutto il giorno"
E il Selvaggio? Stranamente quieto e silente, se non fosse che a un certo punto (maledetto me che ho suggerito l'idea), dice:
"Papà, mi fai l'albero genealogico della nostra famiglia?"
Io tento di spiegargli che non basterebbe la Foresta Nera, ma lui insiste. Io allora comincio a scrivere su un foglio i nomi degli antenati più lontani che mi ricordo (non andiamo oltre il bisnonno) e lui si incazza come un'ape:
"Ho detto che devi fare un ALBERO"
"Ma Selvaggio, non lo so fare l'albero"
"FALLO"
"Non lo so fare!"
"IMPARA"
Aiuto....
A un certo punto, come da programma, si va tutti al cinema a vedere i Puffi in 3D. Non so se tutti voi avete idea di cosa significa portare al cinema tre ragazzini. Siamo arrivati un'ora prima dell'inizio dello spettacolo per trovare i biglietti.
"Selvaggio, vogliamo andare alla libreria qui vicino che è piena di bei libri per bimbi?"
"NO, voglio stare qui a vedere che gioca la Lazio"
"Cosa?????"
"Eheh, sto scherzando. Ma in libreria non ci vengo"
E allora via con le giravolte nel salone del cinema. Capriole, una coca cola a testa, fotografie (una delle quali, modello Charlie's Angels, è allegata).
Finalmente si entra.
Al decimo minuto si sente una voce:
"Papà, quando andiamo a casa?"
Sorellina1, giustamente, apostrofa il Selvaggio:
"Ma siamo appena arrivati"
"Zitta tu, parlavo con papà, mica con te"
Poi il film ingrana e il selvaggio si tacita.
Alla fine, saluti e baci. Io volevo un bacio sulle labbra da Sorellina1 che però non ci pensa per niente.
Il Selvaggio ovviamente non si fa attendere:
"Maschio e femmina si può fare, dài SUBITO un bacio a papà!"

sabato 17 settembre 2011

Miccetta

Miccetta è un amico del Selvaggio.
Un compagno di scuola.
Miccetta non gioca con gli altri bambini, ma ti guarda con gli occhi che ridono.
Miccetta si chiama cosí per via dei suoi capelli, che sembrano esplosi dall'interno.
Miccetta indaga, è curioso, ridacchia e chiede un panino al suo papá.
È bello, anche se non lo sa.

venerdì 16 settembre 2011

Grazie, figlio mio!

Oggi é decisamente tardi per un post. Ma essendo venerdì domani non si lavora, non ci si deve alzare alle 4 e, quindi, non devo andare a dormire alle 9 come se fossi ospedalizzato. Giornata un po' complessa. Siamo andati a vedere un altro paio di case. Non vi posso dire nulla. Niente. Nothing.
Senza il selvaggio, ovvio. Mi tratterrò dal raccontare che quando siamo rientrati a casa stasera erano circa le 21.15 e lui stava scompisciandosi dalle risate sul divano mentre insieme alla nonna guardava Paperissima Sprint. É normale?
Comunque, oggi il Selvaggio é stato tutto il giorno a casa. Lo so, é una colpa ma proprio non ce la facevo. Troppo caldo, troppi bambini in giro, troppo di tutto.
A un certo momento, intorno all'una, stavo ascoltando la conferenza stampa di Luis Enrique (il mio allenatore) e vedevo il Selvaggio che si aggirava dalle parti della scrivania.
"Papà, come mai questo signore parla cosí inglese?"
"Non é inglese, amore. Parla italiano con accento spagnolo"
"SPA...che?"
"Spagnolo, amore. La Spagna é un paese vicino all'Italia"
"Come Parigi?"
"Un po' più lontano"
"Ah....e quanto ci ha messo a venire fino a Roma?"
Più tardi ha deciso che dovevo fargli dei grattini sulla schiena. É una cosa che non tollero e che non faccio nemmeno alla madre, tanto mi dà fastidio. Ma lui é venuto lí com il sorrisino delle grandi occasioni, e al mio rifiuto si é messo a fare come l'orso Baloo contro il muro. Allora é arrivata la Principessa (il post su di lei si avvicina, tranquilli. So che ci state perdendo il sonno, ma arriverà) che al grido di "POVELINO" ha cominciato a darsi da fare con le unghie che porta alla moda delle Filippine, cioè lunghe circa 40 centimetri.
Una delle notizie che oggi ci ha colpito (a me e al selvaggio) di più è stata quella orrenda storia della coppia di Torino. Due persone che, lei a 60 e lui a 70, decidono di fare la fecondazione eterologa e di far nascere un bambino. Che ovviamente un giudice decide di togliergli. Io stavo guardando la foto della coppia in questione, lui si avvicina e mi apostrofa:
"Papà guarda, quel vecchietto assomiglia moltissimo a nonno G. (il padre della Madre)"
"Ma no amore. Innanzitutto quel vecchietto ha tutti i capelli, e poi nonno G non farebbe mai una bambino con nonna L. Ti immagini? Avresti uno zio piú giovane di te"
"Ahahah..."
Io e la Madre usciamo per vedere le case. Col Selvaggio, abbiamo detto, rimane mia madre che tenta in tutti i modi di rovinargli quel po' di infanzia felice che ancora gli rimane.
Tornati a casa, siccome siamo a dieta, il nostro pasto consiste in pesce sottovuoto e Yocca. Buono eh? Dopo la cena c'é lo yogurt. Io prendo quello sbagliato. Nel senso che era del Selvaggio e aveva un apporto calorico che la Madre riteneva eccessivo, tanto che comincia a strepitare: "Cosí rovini tutto", "Vanifichi tutti i sacrifici d questi giorni", "Non dimagrirai piú...". PER UNO YOGURT!!! Se mangiavo una fetta di salame?
In ogni modo, il bambino poi viene da me e mi fa: "Mamma ha detto che diventi grasso, ma io te lo do il mio yogurt. Puoi mangiarlo di nascosto, se vuoi."
"Grazie piccolo, ma penso che prenderò l'Activia"
"Ah, va bene. Ma lo sai che lei è fissata"
BELLO DI PAPÀ!

giovedì 15 settembre 2011

L'urlo

Dal letto del Selvaggio:
"Papà, vieni che il Selvaggio ti deve chiedere una cosa".
Mi alzo da davanti al monitor e vado in camera del Selvaggio.
"Dimmi amore, cosa c'è?"
"E' vero che Munch urlava perché gli avevano rubato tutti i quadri?"
"Sì amore, credo che sia per quello"
Faccio qualche passo in direzione del salone.
"Papàààààà"
Torno indietro
"Dimmi amore mio bello e dolcissimo"
"La maestra Emmeti mi ha detto che Munch urlava perché non aveva più voglia di stare al mondo!"
Maestra Emmeti, io e te dobbiamo decisamente parlare.

I muffin, Marx e il pasto di Spongebob

É il quarto giro del DVD di spongebob. Sono abbastanza sfinito. Per fortuna è arrivata la Madre, che si porta il Selvaggio in giro a fare shopping. Poveretta, non ha idea di cosa la aspetta. All'uscita di scuola sfoggia un sorriso a 36 denti e con un'espressione tra il paraculo e il paraculo se ne esce:
"Papà, mi regali un pkfhègsutdxrewqfbwjbò?"
"Non ho capito, amore"
"Mi regali un ojoheqbvdfkjnc"
"Amore, scusami ma non ho proprio capito"
"Mi regali un pidhc eihcd iwdcub"
"Oh Gesú, amore, mica ho capito...."
"MI REGALI UN IPAAAAAAD?"
"..."
"Eddai papaaaaàààààaàaàaàa...."
"No. Non ci penso proprio. L'iPad è una cosa da grandi"
"E allora perché tu lo usi?"
"Selvaggio, IO sono grande"
Queste erano state le premesse.
Quando la Madre è arrivata a casa, dopo una prima parte di pomeriggio tutto sommato sonnecchiante e tranquilla, comincia il delirio. E' incredibile come alcuni bambini, lui per primo, "soffrano" la presenza di uno dei due genitori. O di entrambi. Capricci, urla e strepiti fino a quando gli animi non si acquietano naturalmente.
Ciò detto, esce con la Madre a comprare le scarpe. La prima domanda che le fa è: "Mamma, perché Karl Marx aveva le scarpe rosse?"
Ieri sera avevo risposto così, qualsiasi altro colore mi sembrava poco appropriato. Lui se n'è ricordato, e visto che erano in tema ha posto alla Madre questa domanda escatologicamente molto interessante ma alla quale lei, ovviamente, non ha saputo rispondere.
Torna a casa con un paio di Geox bianche e blu (numero 31.... mio Dio, ho generato un mostro!) e mi dice che ha comprato le scarpe che respirano... Io credo fermamente che noi stiamo creando una generazione di futuri adulti malati. Ma poi, qualche secondo dopo, mi stupisce dicendomi che a scuola la maestra Emmeti gli aveva fatto vedere un quadro che lui aveva immediatamente identificato come 'L'urlo di Munch'. Io credo fermamente che la generazione di cui sopra potrebbe avere una percentuale di serial killer piuttosto elevata.
Le scarpe le ha ordinatamente riposte (insieme alle altre 40 paia che possiede, nemmeno Imelda Marcos) nella sua scarpiera e tutto contento indovinate cosa fa?
"Papà, mi metti il DVD di spongebob?"
Ma la Madre, come al solito fattiva (non come me che cerco di ciondolare tra il Mac, il divano, il tavolo da pranzo e l'iPad non necessariamente in quest'ordine) e intraprendente, gli dice:
"Selvaggio, facciamo i Muffin?"
Ora, una delle cose migliori che riescono alla madre sono i Muffin. Vengono belli, grandi ma non troppo e decisamente buoni. Così, mette il selvaggio davanti a una cuccuma con dentro l'impasto al cioccolato e una frusta in mano impartendogli l'ordine:
"Gira"
Dopo dieci minuti, l'impasto è grosso modo la metà di quanto fosse in origine, il bambino ha la bocca completamente nera e a breve avrà un violento attacco di scagazza.
Ma se c'è una cosa che il Selvaggio sa fare benissimo è negare anche l'evidenza.
"Ma hai mangiato tutto il cioccolato"
"Io? No"
"Ah no? E allora chi è stato?"
"Spongebob!"

P.S.Come non detto. Si è dimenticata il lievito.

mercoledì 14 settembre 2011

Scarpe rotte eppur bisogna andar....

Le scarpe del Selvaggio.
E' un tema che prima o poi andava affrontato, tanto vale farlo oggi e non pensarci più.
Da quando era piccolissimo, il bambino ha una specie di passione perversa per le scarpe. Siamo a livelli patologici, ho paura che crescendo possa fare del bondage con i lacci delle Adidas.
Oggi ha piantato la seguente grana:
"Papà, voglio andare in villa con le crocs"
"Selvaggio, ci siamo andati ieri in villa con le crocs. Ti ricordi che quando siamo tornati  a casa abbiamo dovuto mettere i piedi nella candeggina?"
"Allora mi metto le crocs con i calzini del Real Madrid"
"In questa casa ci sono 4 cose che non sono ammesse, Selvaggio. E' ora che tu lo sappia: i fascisti, i laziali tranne alcune eccezioni, i tifosi del Real Madrid e quelli che si mettono i calzini sotto le crocs"
"Non è vero!"
"Se vuoi uscire ti metti un paio di scarpe normali e un paio di calzini di stagione, non i calzettoni da calcio. E' CHIARO?"
"No!"
"Bene"
Il padre infuriato si ritira.
Dopo alcuni minuti, il Selvaggio si presenta con due scarpe diverse infilate ai piedi.
"E queste?"
"Sono scarpe normali, papà!"
"Sì, ma sono diverse. E poi ti stanno strette"
"Non è vero!"
"CAMBIATI SUBITO LE SCARPE. ADESSO!"
"Ho detto di nooooooooooo!
Queste scene sono grosso modo all'ordine del giorno, nella casa del Selvaggio. E spesso riguardano anche i pantaloni, le magliette e le camicie.
Stasera, per fare due chiacchiere, ho cercato di spiegargli chi era Karl Marx. Sì, forse un tantino complesso come argomento di conversazione con un bambino di 4 anni. Però alcuni principi basilari li ha capiti: che siamo tutti uguali, che tutti i bambini del mondo devono avere la possibilità di giocare, che tutti i papà del mondo devono avere la possibilità di guadagnare abbastanza per portare da mangiare a casa, ecc ecc.
Poco prima di andare a letto, mi guarda con aria intensa e fa:
"Papà, di che colore aveva le scarpe Karl Marx?"

martedì 13 settembre 2011

Papà, cosa ha detto la maestra?

La giornata comincia, al solito, col buio.
Uno si abituerebbe, se non fosse che il Selvaggio, alle 2 di notte tutte le notti, ha la pretesa di entrare (quatto quatto o di gran carriera o urlante, non fa differenza) nel nostro letto.
Ora, siccome evidentemente io sono più 'morbido' di sua Madre, la scelta del bambino è quella di buttarsi completamente addosso al sottoscritto. Che dorme le ultime 2 ore del suo meritato e brevissimo sonno in un susseguirsi di "Togli quella gamba!", "Metti giù la mano!", "Selvaggio, adesso te ne torni in camera tua!".
A proposito, mai minacciare se non sei in grado di mantenere. Altrimenti, appena tornati a casa dopo una giornata spossante, ci si può sentire dire:
"Papà, hai visto che sono rimasto nel lettone? Chi è che comanda adesso, eh??? Chi???". Gesù...!
In redazione, a metà mattinata, arriva la Madre con una vaschetta di bresaola e una di fesa di tacchino. Abbiamo iniziato la dieta Dukan, nei prossimi giorni vi riferirò. Ingurgito tutto, lavoro un'altra oretta e me ne vado.
Oggi c'era da vedere un'altra casa. Non dirò nulla in proposito, nemmeno sotto tortura, perché sono scaramantico (obiettivamente è molto carina)
Ma il bello è venuto dopo: il colloquio con la maestra che sembra essere l'unica persona che il Selvaggio teme.
"Non voglio andare a scuola dalla maestra Emmeti, non voglio, è brutta e cattiva, non vogliooooooooo!". Scena che da alcuni giorni, a detta della Madre, si ripete tutte le mattine.
In realtà una spiegazione c'è. La maestra dello scorso anno, alla quale lui era molto affezionato, aveva due tette enormi dentro le quali lui e tutti gli altri bambini si tuffavano appena potevano.
Tutto suo padre, incredibile! (maestra Panna, ti prego di perdonarmi se mai dovessi leggere questo blog).
In ogni modo, la maestra Emmeti mi ha detto che il Selvaggio, a scuola, è un bambino tranquillissimo, che si applica, è educato con gli altri bambini e rispettoso con gli insegnanti!!! Al mio incredulo strabuzzare gli occhi, la conferma:
"Te lo assicuro, è sempre il primo a fare tutto, è bravissimo".
Mah.... è anche vero che erano tutti convinti che Stephen Griffiths fosse un normale criminologo.
Tornato a casa, la domanda:
"Papà, di cosa avete parlato con la maestra Emmeti?"
"Secondo te?"
"Di me, vero?"
"Tendenzialmente sì, ma anche dello spread tra Btp decennali italiani e Bund tedeschi (che come saprai oggi ha toccato i massimi da quando esiste l'euro) ma non ci siamo trovati d'accordo e alla fine io dovrò per forza continuare a pagare la TUA retta"
"Ah, va bene, quindi tutto a posto!"
Grrr....
Nel pomeriggio, dopo una sessione di lotta e circa due ore di Spongebob, arriva l'altro dei suoi migliori amici, Nick. E' un grande, Nick. Tanto il Selvaggio è urlante e agitato, così lui è calmo, posato, rilassato e molto cool. Zazzera bionda e sorriso Colgate. Giocano in camera, e dopo un po' si va tutti e tre in villa. La Madre ovviamente, lavoratrice indefessa, arriverà più tardi. Pallone, altalene, gelato, laghetto, tartarughe, di nuovo pallone. Arriva anche il mio momento perché arriva la Madre, finalmente. Lascio lei, Nick, il Selvaggio e il Tigre (un altro dei suoi numerosissimi e biondissimi amici -a proposito, un amico mi suggeriva che potremmo chiamarli, quando stanno tutti insieme, la Hitlerjugend, e così sarà d'ora in poi-), mi avvio verso casa e, per rilassarmi sapete cosa faccio?
Non ve lo dirò mai!

P.S. Dopo che la Madre gli ha fatto il bagnetto, mentre lo sto vestendo, il Selvaggio ha un impeto di amore filiale:
"Papà, ho deciso di darti un soprannome"
"Ah sì, amore? E quale?"
"Sei il mio pinguino"
"Amore, ma è un bellissimo soprannome"
"mmm....ci ho ripensato. Ti chiamerai Ugo".
Giuro, è tutto vero.

lunedì 12 settembre 2011

Il gattò

Qual è la cosa peggiore per un uomo che possa essere definito tale?
Trovarsi a dover fare da tramite tra sua moglie e La Principessa (la Principessa è la ragazza che sta a casa con noi e che ci aiuta a tenerla in modo che si possa ancora chiamare casa -il motivo del nome sarà oggetto di un altro post).
Tipica telefonata:
"Ciao amore, sono al supermercato, cosa vuoi per cena?";
"Non lo so amore mio, tu cosa vuoi?";
"Mmmmm.... pensavo ad un bel risotto";
"Ah ottimo, che risotto?"
"Al salmone"
Silenzio. Il risotto al salmone è tipicamente femmina, il risotto al radicchio e speck è maschio. Comunque, accondiscendo. Il quieto vivere è importante.
"Va bene, aspetta che controllo se abbiamo tutto";
"Mentre controlli, chiedi alla Principessa se ha fatto il gateau di patate che le avevo chiesto?"
"Sì, amore"
(C'è aria de sveja, come si dice a Roma)
"Principessa, hai fatto il gateau?
"Ancora no ma è tutto pronto, mancano solo le uova"
"Amore, la Principessa dice che mancano solo le uova. Le devi prendere tu"
"LE UOVA? NON HO MAI FATTO UN GATEAU CON LE UOVA"
.........

Two is megl' che one?

E' da qualche giorno che cerco di capire come fanno i bambini (diciamo fino ai 7-8 anni) a rimanere occupati con la stessa identica cosa per ore e ore....
Ad esempio il Selvaggio, che oggi è accompagnato da un amichetto tanto caruccio, sono 3 ore che fa andare su e giù una macchinina. Niente di strano, direte voi. Certo che no, rispondo io. Anzi, sono momenti di pace che si contano sulle dita di una mano durante la settimana.
Ma ammetterete che è un filo inquietante vedere 'sto cristianuccio che ripete ossessivamente lo stesso movimento....
Oggi niente capo, in uffìcio. Ahhh, fantastico. Relax. E' anche vero però che quando non c'è il capo c'è un sacco di gente che tenta di farlo, il capo.
Generalmente non ci riesce, quindi spesso volano insulti. Niente di particolarmente cruento o grave, sia chiaro. Ma meglio abbaiare ogni tanto che mordere una volta sola.
Càpita che mi venga in mente: cosa farebbe il Selvaggio in una situazione del genere? Probabilmente comincerebbe con la solita scenetta:
"Non ti permettere, sai";
"Vattene suuuubito di là. Ho detto suuuubito";
"Sei stato moooolto cattivo".
Con l'unico risultato di farsi licenziare. Meglio qualche altro anno dalle suore salesiane. O forse no.
In primavera l'azienda per cui lavoro organizza un 'kids day' (mi è venuto in mente perché il piccolo me lo ha chiesto poco fa. Cioè, mi ha chiesto quando si rifarà). Attenzione, non una 'giornata dei bambini', ma proprio un 'kids day'!
E che differenza c'è?, direte voi. In realtà nessuna, rispondo io. Semplicemente ed evidentemente quelli che la organizzano non sono romani. Se lo fossero, saprebbero che è assolutamente insensato (e anche un po' ridicolo) tentare di dare nomi anglofoni ad un evento in cui il commento più frequente è "Ahò" oppure "'ndo vai?" e dove per dirti che il tuo pranzo è pronto c'è una signora che urla come un camionista "Petto di polloooooooooooooo"...
Detto ciò, torniamo al 'kids day', che fino a questo momento è l'unica esperienza che il Selvaggio ha avuto con il lavoro mio e della madre.
Dopo aver visto l'allestimento (scivoli, altalene, gelatai, playstation, gonfiabili -anche qui, incredibile- tutta roba che sembrava uscita direttamente dal paese dei balocchi), l'ovvio e primissimo commento quale può essere stato?
"Da domani voglio venire anche io a lavoro con voi"
"Ah sì?", dico io
"Certo, qui è bellissimo"
"Ma amore, solo oggi qui c'è tutto questo ben di Dio, in genere è un posto squallido pieno di gente incazzata (non ho usato questo termine, ovviamente) che vorrebbe stare ovunque ma non qui. E tu ci vuoi tornare?"
"Sì, è bellissimo"
"Va bene"
La mattina dopo, alle 4, vado per svegliarlo, vestirlo e portarlo in redazione con me, ma rinsavisco di colpo e realizzo che vendicarsi su un bambino per il fatto che ogni giorno che Gesù Cristo manda in terra ci si deve alzare alle 4, forse, è troppo anche per me. Senza contare la reazione della madre.
Al momento in casa ci sono due nani che vengono alle nani mani ogni 8 minuti, grosso modo. L'amichetto (diamogli un nome, lo chiameremo Bigodino, visto che frequenterà queste pagine piuttosto spesso) minaccia continuamente di andarsene perché il Selvaggio non gli presta le sue cose.
Il Selvaggio che gli dice "E vattene, così la smetti di rubare le mie cose"!!!
Io: "Ragazzi, ora smettetela e giocate insieme da bravi"
Selvaggio: "Ma papà, Bigodino vuole rompere tutti i quadri di casa"
Bigodino: "Non è vero, solo quelli del Selvaggio".
Andrè Breton ci andrebbe a nozze, in questa casa.

domenica 11 settembre 2011

Se questa è una festa...

40 bambini;
55 genitori;
i nonni;
io;
la madre;
le sorelle;
gli animatori;
il carretto dei popcorn;
4 torte;
160 panini al latte ripieni;
un centinaio di pizzette;
i rustici;
circa 30 litri di bevande;
i festoni;
i palloncini ad aria;
i palloncini ad elio;
una macchina fotografica da 4 kg;
le bende da pirata;
le spade;
i tatuaggi;
due quintali di regali;
ROMA-CAGLIARI 1-2.

Mi pare che per un pomeriggio solo ce ne sia abbastanza.
Buonanotte a tutti.

sabato 10 settembre 2011

Nessuna lacrima nello scrittore, nessuna lacrima nel lettore.

La giornata sembrava essere cominciata tranquilla.
Sveglia sul tardi, suoceri in arrivo con vettovaglie e alimenti da persone civili e il Selvaggio che pareva quasi un essere umano.
Subito però c'è stata una brusca, bruschissima accelerazione. Si va a vedere una casa.
Piccola, piccolissima, praticamente una casa dove anche il solo Selvaggio starebbe stretto. Lo sapevamo, non ci dobbiamo abitare, servirebbe ad altro.
Entriamo, e quando ci viene comunicato il prezzo per quella 'camera e cucina' ci sono le seguenti reazioni:
1) mia moglie si ricorda all'improvviso che deve assolutamente andarsi a fare il manicure. E' imprescindibile, deve proprio andare. Quindi sgattaiola via, urlando un "ci vediamo dooopooo" e se ne va;
2) mio suocero si fa tutto rosso e comincia, praticamente, a insultare la povera agente immobiliare che, credo, immaginava un sabato diverso;
3) mia suocera si freeza (verbo derivato dal sostantivo freeze, quando in televisione l'immagine si blocca del tutto). Bocca semiaperta, sguardo nel vuoto, borsetta stretta al petto come se la povera agente immobiliare la volesse rapinare di lì a pochissimo;
4) mio figlio mi chiede di fare 'il boxe'. Sarebbe a dire che vuole gonfiarmi di botte come se non ci fosse un domani;
5) io faccio finta di niente e vado a vedere i marmi del bagno.
Quindi niente casa.
Dopodiché comincia l'incubo vero. Domani è la festa del bambino (piiiccolo lui....), che si aspetta una specie di Full Moon Party con tanto di hascisc, anfetamine e sesso libero. In realtà sarà una festa a tema 'Pirati', quindi scappa per tutta la città a recuperare le ultime cose, vai ad accompagnare il bambino alla festa di una compagna di scuola, schizza a far gonfiare i palloncini (ora voi immaginatevi due persone adulte che camminano per strada con una decina di palloncini con i teschi, un galeone gonfiabile  e un altro palloncino con sopra la faccia di un pirata), torna a casa dove la madre è da stamattina alle prese con torte, rustici e babbà, corri a prendere le pizze perché "mica vorrai usare la cucina stasera, sei pazzo?", scendi in garage per caricare in macchina i pacchi per domani "così risparmiamo tempo, no?"......
C'è stata però una parentesi felice, in questa giornata delirante: intorno alle 20 mi siedo al computer e comincio -è una specie di rito scaramantico, visto che domani c'è l'esordio- a guardare su youtube vecchi video della Roma, soprattutto l'Olimpico che canta. Il Selvaggio, quatto quatto e con ancora la bocca unta di pasta in bianco, si avvicina e dice: "Che guardi?" "Guardo la Roma, amore" "Posso guardare anche io?" "Ma certo!" Si siede sulle mie gambe e si trasforma in un ultrà!!!
Comincia a urlare come un pazzo "Forza Romaaaaaa" (appena appena incitato da me, devo ammettere). Ogni tanto c'è un tentativo di infiltrazione emotiva da parte del nonno. "Forza Napoli!" "Nooooooooo, bruttoooooooooo...forza Romaaaaaa" e giù lacrime a fiumi.
E, scusatemi se sembro cattivo, è la prima volta in vita mia che sono contento delle lacrime di un bambino.

venerdì 9 settembre 2011

Ti stacco la testina!

Quando ti alzi alle 4 per tutta la settimana, fai una puntatina in redazione nel primo pomeriggio e rientri a casa verso le 17, può succedere qualsiasi cosa.
Ad esempio, che decidi di portare il Selvaggio al parco per fargli respirare un po' di verde (respirare un po' di verde? Ma come mi viene in mente? mah...).
"Papà, prima di uscire mi cambi maglietta?" "Sì amore mio, che maglietta vuoi?" "Quella di Johnny Cash, papà" (musicalmente, politicamente e calcisticamente è formato da me, religiosamente dalla madre).
Messa su la maglietta giusta si esce.
La prima domanda, giustamente, riguarda l'attrezzatura: "Papà, hai portato il portafogli?".
Giri su giri su giri di giostra, salta-salta (non si fa male, incredibile!), cannoncini, e la seconda domanda: "Papà, ma hai già finito i soldi?" "Sì amore, ma se vuoi adesso prendo in ostaggio il vecchietto delle giostre e chiedo il riscatto ai pakistani che lavorano per lui. Che dici, è una buona soluzione?" Occhi in su in questo modo, grattatina al sederino, e la risposta è...... "Sì, mi sembra una buona idea!"
Mi siedo su una panchina mentre lui si va a far picchiare sul castello (avete presente? Quel bel gioco fatto di scivoli, ponti tibetani, corde, pareti da arrampicata...sembra di essere in Cliffhanger).
Accanto a me una signora francese con figli bilingue. Dopo di lei un classico 'padre della domenica', capitato al parco chissà come di venerdì. Cinquant'anni, attaccatura dei capelli che parte dalla nuca, occhi incerti, barba tra l'incolto e lo sfatto, è evidente che non sa che pesci prendere ed è molto preoccupato da qualcosa. Fa una domanda alla signora francese, che chiaramente non ha voglia di rispondere, poi si rivolge al sottoscritto con la domanda più strana degli ultimi sei mesi. Tenete a mente il contesto. Circa 50 ragazzini che urlano uno sopra l'altro e lui, seduto placidamente su una panchina, fa: "Mi scusi, ha per caso visto un bambino con i capelli biondi e lunghi?" Al cadere della mia mandibola, la francese scoppia a ridere e il signore quasi a piangere.
Per fortuna in quel momento arriva il ragazzino di cui sopra, 6-7 anni e obeso come ho visto pochi bambini italiani essere obesi.... Ma dico cazzo, ma almeno alzati per controllare dov'è tuo figlio, no? E poi non ti dico mettilo a dieta, ma quantomeno un'occhiata dagliela. E ancora, cribbio, si vedeva solo lui che era grosso come 5 bambini normopeso.
Nel frattempo il Selvaggio, in cima al castello, urla a squarciagola "Fuori dalla mia casa tutti!"Due o tre in effetti scappano, ma un paio di bambini più grandi gli passano vicino e uno gli fa "Ma vattene, scemo....". Con spinta annessa. Io non ho più parole, faccio finta che non sia il mio e me ne vado. No, ovviamente no.
Faccio solo finta che non sia il mio. A un certo punto sento una mano che mi batte sulla spalla. Un altro bambino biondo (sembrano tutti biondi, ma forse è il sole. O il mio odio per i biondi) che avendo visto il mio iPhone mi chiede se per caso non posso farlo giocare un po' ai giochi dell'iPhone!!!!
Io gli rispondo che forse dovrebbe chiedere al padre, che a sua volta dice ovviamente di no. Io trovo tutto ciò allucinante.
Finalmente riesco ad andarmene (col bambino, certo). A un certo punto il Selvaggio mi chiede di salire sulle spalle perché è stanco. Una volta su, comincia a girarmi la capoccia a destra e a sinistra urlando per tutta l'elegante strada che attraversiamo. "Ti stacco la testina, ti stacco la testina, ti stacco la testina..."
Ma il meglio arriva a casa. Sul divano, davanti a Milan-Lazio, io lui e la madre.
"Mamma, ti ricordi rouge?". Era un pesce rosso che è durato stranamente tanto.
"Sì, me lo ricordo"
"Ne vogliamo prendere un altro?"
"No, non reggerei un altro lutto".
"E chi è lutto? Ah ok, lo chiamiamo Lutto".

giovedì 8 settembre 2011

L'errore è stato mio!

Oggi primo giorno di scuola. Fantastico! Il selvaggio si è fatto 3 ore di materna, e quando è tornato (insieme a quella sconsiderata della madre) ha raccontato a me, alla tata e a chiunque avesse voglia di starlo a sentire tutti i pettegolezzi che aveva sentito durante l'ingresso e l'uscita
I danni che possono fare i genitori, a volte, sono incalcolabili. Non trovate?
Ma oggi era anche il compleanno di una nonna (mia madre, nella fattispecie), quindi abbiamo lasciato la mamma alle sue incombenze e noi siamo partiti, barcone della playmobil in una mano e busta/regalo per la nonna nell'altra.
"Che preferite, pasta corta o fettuccine?" è la domanda del giorno, alla quale purtroppo ho dato la risposta sbagliata.... ma si può essere così idioti?
"Papàààààààààà, mi fai giocare al gioco degli uccelli?" Il gioco degli uccelli sarebbe Angry Birds. Mezz'ora (di pace) passata tra quello e la TV, mezza pennica spiaggiato sul letto della nonna (con chiamata dopo mezzoretta: "Papàààààààà, vieni a vedere cosa ho fatto?" "E che avrai fatto mai, figlio mio, la Torre Eiffel l'hanno già costruita, non te l'hanno detto?"), capelli appiccicati alla testa e sudore da portuale.
Chiacchiere. E via, si torna a casa.
In macchina, scatta la domanda del giorno: "Papà, perché il papa è vestito di bianco?". Io: "Amore, non lo so con precisione, ma secondo me il bianco è simbolo di purezza" "Di che?" "Di purezza, amore" "Ah...". Pausa di riflessione e poi megarutto alla grandissima con susseguente "Io non ho detto che il papa è vestito di bianco"....... mah.....  Ma l'errore è stato mio perché gli ho risposto, anche.
Si addormenta in macchina, poco prima dell'arrivo.
All'inevitabile sveglia è una tragedia: "Vorrei metterti nella fionda di Angry Birds e tirarti addosso ai porcellini". Ma anche questa giornata sta per finire. Forse.

mercoledì 7 settembre 2011

Equivoco

"S-t-r-o-n-z-o"
"Come hai detto?"
"Ho detto Stronzo, papà"
"Ah... e chi te lo ha insegnato?"
"Ora non mi ricordo bene se tu o mamma"
"Ma sei sicuro?"
"Sì, papà, certo che sono sicuro. Io sono fortissimo"
"Ok, ma non lo voglio più sentire, va bene?"
"Sì papà...ma perché non posso più dire 'fortissimo'?"

SIGH......

Idea!

Come annullare un bambino che ha migliaia di watt di energia da sfogare? Ci sono diverse possibilità, ma oggi ho provato la seguente: mettete di fronte al piccolo una cotoletta panata (di pollo, mi raccomando), poi schiaffatelo a guardare Pippi Calzelunghe. Preferibilmente l'episodio in cui la protagonista deve salvare il padre e liberarlo dalla fortezza in cui i suoi nemici lo hanno imprigionato. Lo ritroverete in una condizione di semi-incoscienza, ma non ancora pronto.
Passata una mezz'ora, chiedetegli: "Amore, vuoi fare un po' di lotta con papà?". La risposta sarà invariabilmente affermativa, anche se il piccolino è vicino al coma.
Se non lo è, preoccupatevi.
Dopo qualche minuto di botte, morsi, solletico, dita negli occhi e calci il bimbo cade dolcemente nel sonno. Nel frattempo voi avrete tentato di baciarlo e lui si sarà rifiutato con metodi mooooolto violenti. E allora ancora giù sputi, cazzotti, pizzichi e tirate di capelli. Avete fatto un guaio, per il vostro puro piacere, e il letto o il divano assomigliano a Piazza del Popolo dopo la notte di Capodanno.
Comunque, se non va giù nemmeno così, vi tocca proprio uscire con lui, la bici, il pallone e altri gadgets vari. Ed è proprio quello che è successo a me!
Il castello al parco, circa 600 bambini urlanti e sghignazzanti che sembrano pallottole sparate da una parte all'altra (con l'elastico, però) con almeno un genitore/babysitter cadauno, le giostre, i gonfiabili (anche detti salta-salta), i cannoncini che sparano palle di gommapiuma. E in tutto questo la connessione 3G del mio iPhone è morta. E alla fine il succo di mela. Cena. Notte. Nanna.
Per fortuna domani COMINCIA LA SQUOLA!!!

martedì 6 settembre 2011

Eccoci!

Siamo qui. Questo sarà un blog solo ed esclusivamente ad uso dei papà che, per i motivi più vari, sono soli per un periodo più o meno lungo della giornata. O della vita.
Io ho più di 30 e meno di 40 anni, vivo a Roma e ho tre bambini. Due nati da un precedente matrimonio e l'ultimo, 4 anni, da quello attuale.
Faccio un lavoro che mi permette (mi obbliga, forse è più adatto) a passare molto tempo con mio figlio. Una specie di selvaggio con i capelli che in estate diventano biondi e che pretende di avere sempre ragione. Nulla di particolarmente difficile, precisiamo.
Però mi ha fatto scoprire alcune cose di me stesso che non sospettavo.
Ad esempio, oggi l'ho portato in piscina per una prova. Dovevano capire in che corso metterlo. Quando l'istruttore gli ha detto "te la senti di buttarti in acqua senza braccioli?" il selvaggio ha mostrato i denti in un ghigno satanico e ha risposto "Io sono bravissimo", e si è buttato in una piscina profonda 6 metri.
La mia prima reazione è stata, ovviamente, di buttarmi subito dietro di lui, ma l'istruttore (basso, pelato e con gli occhiali) mi ha fermato sussurrandomi un hollywoodiano "...se la caverà"!!!!
In effetti se l'è cavata. Andrà a fare nuoto con i bambini più grandi. Questo lo riempie d'orgoglio (e riempie d'orgoglio anche me, devo ammetterlo).
Ha passato buona parte del pomeriggio a chiedermi "Papà, perché vado con i bambini più grandi?" per sentirsi ripetere quanto era bravo.
Questo dimostra come anche a 4 anni l'ego di una persona possa pesare circa 3 volte più di lui.
A seguire, è stato portato a casa di un amichetto che non vedeva da tempo. io ne ho approfittato per decedere sul divano di casa per un'oretta. Ma alla fine di un pomeriggio del genere, secondo voi, come mi ha accolto quando lo sono andato a riprendere?
"Vai via, sei bruttissimo, io voglio rimanere qui in questa casa bellissima con il mio amico".
Lacrime. Del padre, ovvio.
Trascinato via. Mentre scrivo mangia di fronte a Sky Tg24 dove si sta parlando dei rapporti tra Turchia e Israele. Sembra interessato, ma è una tattica. Tra poco sputerà fiamme dalla bocca e comincerà ad urlare "Metti la televisione dei bimbiiiiiii"
Nel frattempo le altre due (femmine, gemelle e tremendamente diverse) sono all'estero con la madre e il suo compagno. Si divertono, girano per parchi e musei e mangiano, come al solito, quintali di carne rossa.