sabato 10 settembre 2011

Nessuna lacrima nello scrittore, nessuna lacrima nel lettore.

La giornata sembrava essere cominciata tranquilla.
Sveglia sul tardi, suoceri in arrivo con vettovaglie e alimenti da persone civili e il Selvaggio che pareva quasi un essere umano.
Subito però c'è stata una brusca, bruschissima accelerazione. Si va a vedere una casa.
Piccola, piccolissima, praticamente una casa dove anche il solo Selvaggio starebbe stretto. Lo sapevamo, non ci dobbiamo abitare, servirebbe ad altro.
Entriamo, e quando ci viene comunicato il prezzo per quella 'camera e cucina' ci sono le seguenti reazioni:
1) mia moglie si ricorda all'improvviso che deve assolutamente andarsi a fare il manicure. E' imprescindibile, deve proprio andare. Quindi sgattaiola via, urlando un "ci vediamo dooopooo" e se ne va;
2) mio suocero si fa tutto rosso e comincia, praticamente, a insultare la povera agente immobiliare che, credo, immaginava un sabato diverso;
3) mia suocera si freeza (verbo derivato dal sostantivo freeze, quando in televisione l'immagine si blocca del tutto). Bocca semiaperta, sguardo nel vuoto, borsetta stretta al petto come se la povera agente immobiliare la volesse rapinare di lì a pochissimo;
4) mio figlio mi chiede di fare 'il boxe'. Sarebbe a dire che vuole gonfiarmi di botte come se non ci fosse un domani;
5) io faccio finta di niente e vado a vedere i marmi del bagno.
Quindi niente casa.
Dopodiché comincia l'incubo vero. Domani è la festa del bambino (piiiccolo lui....), che si aspetta una specie di Full Moon Party con tanto di hascisc, anfetamine e sesso libero. In realtà sarà una festa a tema 'Pirati', quindi scappa per tutta la città a recuperare le ultime cose, vai ad accompagnare il bambino alla festa di una compagna di scuola, schizza a far gonfiare i palloncini (ora voi immaginatevi due persone adulte che camminano per strada con una decina di palloncini con i teschi, un galeone gonfiabile  e un altro palloncino con sopra la faccia di un pirata), torna a casa dove la madre è da stamattina alle prese con torte, rustici e babbà, corri a prendere le pizze perché "mica vorrai usare la cucina stasera, sei pazzo?", scendi in garage per caricare in macchina i pacchi per domani "così risparmiamo tempo, no?"......
C'è stata però una parentesi felice, in questa giornata delirante: intorno alle 20 mi siedo al computer e comincio -è una specie di rito scaramantico, visto che domani c'è l'esordio- a guardare su youtube vecchi video della Roma, soprattutto l'Olimpico che canta. Il Selvaggio, quatto quatto e con ancora la bocca unta di pasta in bianco, si avvicina e dice: "Che guardi?" "Guardo la Roma, amore" "Posso guardare anche io?" "Ma certo!" Si siede sulle mie gambe e si trasforma in un ultrà!!!
Comincia a urlare come un pazzo "Forza Romaaaaaa" (appena appena incitato da me, devo ammettere). Ogni tanto c'è un tentativo di infiltrazione emotiva da parte del nonno. "Forza Napoli!" "Nooooooooo, bruttoooooooooo...forza Romaaaaaa" e giù lacrime a fiumi.
E, scusatemi se sembro cattivo, è la prima volta in vita mia che sono contento delle lacrime di un bambino.

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